Il ricorso è stato rigettato. Nei giorni scorsi a Roma era stata discussa la posizione di Mario Graziano Esposito, imputato nel processo per lo scandalo dei concorsi truccati della Asl che aveva chiesto una misura meno afflittiva rispetto agli arresti domiciliari. Ad impugnare il diniego del Collegio penale, presieduto dal giudice Aldo Morgigni, era stato il legale dell'uomo, l'avvocato Luca Giudetti. Dopo la discussione i giudici hanno sciolto la riserva e si sono pronunciati lasciando inalterate le esigenze cautelari. Restano immutate anche quelle per Claudio Moscardelli, senatore ed ex segretario provinciale del Pd finito anche lui agli arresti domiciliari, difeso dall'avvocato Renato Archidiacono, e per Claudio Rainone, assistito dagli avvocati Leone Zeppieri e Stefano Mancini.
Mario Graziano Esposito all'epoca dei fatti contestati ricopriva il ruolo di segretario della Commissione mentre Claudio Rainone era il presidente. Sotto inchiesta sono finiti i due concorsi: quello da 70 posti e quello da 23 posti da collaboratore amministrativo indetto tra le Asl di Latina, Frosinone e Viterbo. Secondo l'accusa Rainone, che era presidente di commissione, ha rivelato ai candidati che poi hanno superato la prova gli argomenti dell'orale. Un aiuto che si è rivelato decisivo.
Intanto il prossimo 23 dicembre riprenderà il processo che entrerà nel vivo e il Tribunale dovrà decidere sulla richiesta di costituzione di parte civile presentata anche dal Comune di Latina, dalla Asl e infine anche da una candidata che si è sentita profondamente danneggiata: ha presentato la richiesta di costituzione di parte civile per chiamare in causa il responsabile civile Asl per il risarcimento. Erano state due le tranche dell'inchiesta: la prima a maggio, la seconda invece a luglio. I due provvedimenti restrittivi firmati dal giudice Giuseppe Cario avevano tenuto anche al Tribunale del Riesame di Roma, che aveva mantenuto inalterate le esigenze cautelari. Le difese degli imputati avevano puntato su un elemento chiave: le nomine sono di matrice politica e di conseguenza rientrano nell'ordinaria attività di esponenti politici. Stesso discorso anche per caldeggiare dirigenti ritenuti idonei e validi. E infatti in occasione del ricorso al Riesame le difese avevano puntato su una strada: quella di far passare le raccomandazioni in comportamenti «disciplinarmente in astratto sanzionabili» e di conseguenza condotte non penalmente rilevanti. Una lettura completamente diversa rispetto a quella dei magistrati, che hanno lasciato il quadro investigativo integro così come le esigenze restrittive. I reati ipotizzati a vario titolo sono quelli di rivelazione aggravata di segreto d'ufficio e corruzione. E' lunga la lista dei testimoni che saranno chiamati a deporre, tra cui i vertici della Asl, travolta da una bufera giudiziaria senza precedenti.