I giudici della Corte di Cassazione hanno depositato le motivazioni del rigetto dei ricorsi presentati dai due imputati dell'inchiesta dei concorsi della Asl. Erano state le difese di Claudio Moscardelli e Claudio Rainone, rispettivamente ex segretario del Pd e dirigente della Asl, ad impugnare il rigetto del Tribunale del Riesame che aveva confermato l'impianto accusatorio del pm Valerio De Luca e l'ordinanza del gip Giuseppe Cario. I giudici hanno ripercorso alcuni passaggi dell'inchiesta e infine hanno rilevato i rispettivi vantaggi per gli imputati. «C'è una stretta correlazione temporale e causale tra l'atto contrario ai doveri di ufficio da parte del pubblico ufficiale e l'utilità promessagli dal privato», hanno osservato il Presidente Anna Petruzzelis e il relatore Ercole Aprile.
Nel ricorso di Rainone i giudici hanno messo in evidenza che: «il Moscardelli, già prima dell'avvio della procedura del concorso per 23 collaboratori e durante lo svolgimento, si era impegnato a favorire la nomina di Rainone come direttore amministrativo della Asl, favorendo lo spostamento in una altra sede di un potenziale concorrente che occupava il posto promesso». Tra gli elementi elencati dai giudici con cui spiegano i motivi del rigetto, ci sono le «forzature» per aiutare due candidati segnalati e le richieste dei numeri di telefono di Rainone a Moscardelli per parlare con i candidati e indicare in questo modo l'argomento preferito sul quale il presidente della commissione avrebbe dovuto fare la domanda nella prova orale in programma per il giorno dopo. «Tutto ciò a conferma di una stretta connessione esistente tra le iniziative illecite realizzate dal Rainone per favorire i due concorrenti "segnalati" dal Moscardelli e l'impegno di quest'ultimo in favore del pubblico ufficiale. Né, in questa ottica, rileva la circostanza che l'attività svolta dal Moscardelli si fosse concretizzata in un'attività politica discrezionale, costituiva il corrispettivo per il compimento dell'atto in violazione di legge da parte del Rainone».
Nella posizione relativa a Moscardelli invece i giudici hanno scritto che: «Quanto alla rilevazione del segreto di ufficio da parte del Rainone, il concorso del Moscardelli si era concretizzato nel favorire nel suo ufficio l'incontro tra il presidente della commissione e i due candidati, ai quali il primo aveva fornito l'indicazione degli argomenti sui quali avrebbe formulato una domanda che si era scoperto sarebbe stato comune anche ad altri esaminandi e che il Rainone aveva chiesto telefonicamente ai due di cambiare il giorno prima della prova orale». Domani mattina intanto riprende il processo in Tribunale. Lo scandalo dei concorsi della Asl tra maggio e luglio aveva portato all'emissione di tre misure cautelari. Tra gli imputati c'è anche Mario Graziano Esposito, anche lui componente della commissione esaminatrice.
I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e falso.