Sembra il valzer degli sconosciuti il secondo round della battaglia per i 22 piani Print sulla riqualificazione urbana. La società Tuo spa, che in primo grado si era vista respingere il ricorso col quale chiedeva, in sostanza, di acclarare una serie di illegittimità nell'approvazione, adesso va in appello. E ribadisce una serie di incongruenze tra cui la mancanza di pareri allegati che dovevano, invece, secondo i ricorrenti essere alla base delle valutazioni. Sostiene nell'appello la Tuo spa, rappresentata dagli avvocati Pierluigi Angeloni, Valentina Canale e Alessandro Pallottino, che durante le valutazioni, ossia tra il 2015 e il 2016, risultano «sconosciuti» i pareri dei tecnici incaricati di valutare le proposte in quanto non pubblicati, così come il documento programmatico sui 22 Print, che avrebbe dovuto essere pubblicato nell'agosto del 2015. Per tale ragione nell'appello al Consiglio di Stato la stessa società formula anche una richiesta di autorizzazione ad accedere agli atti mancanti.
L'atto di base impugnato è la delibera commissariale numero 15 del 7 aprile 2016, con la quale è stata disposta la revoca della delibera consiliare del dicembre 2012 la quale definiva e approvava i 22 ambiti del Print. Dunque un intervento volto a migliorare l'assetto urbano ha prodotto il lungo contenzioso arrivato fino al 2021, dopo una pronuncia che, ad aprile scorso, ha già dichiarato inammissibili le eccezioni della Tuo spa. Quest'ultima aveva partecipato al bando Print con una proposta di intervento riguardante un'area di 24.360 metri quadrati con sovrastante complesso artigianale dismesso per altri 4.800 metri quadrati, rispondendo ad un bando del giugno 2013. Quando il commissario straordinario ha revocato la delibera consiliare sui Print quell'intervento su area artigianale dismessa, cui era interessata la Tuo spa, è saltato. Di qui il contenzioso che si trascina ormai da anni.
Secondo la memoria depositata dal Comune la revoca della delibera sui piani di rigenerazione urbana è legata alla «esigenza di armonizzare ogni intervento di pianificazione con la visione strategica del territorio e del suo sviluppo ed evitare che i Print si riducano a una mera sommatoria di ambiti destinati alla riqualificazione, con la conseguenza che il peso insediativo che ne deriverebbe supererebbe i limiti previsti dallo strumento generale urbanistico vigente».
Dunque ancora una volta si sta litigando su una (mancata) programmazione urbanistica che fondi sulle esigenze reali della città circa insediamenti civili e di tipo produttivo. Per il Tar la Tuo spa non aveva un interesse legittimo da difendere poiché con la prima decisione del Comune, quella del 2012, si era creata solo un'aspettativa di possibile intervento di riqualificazione di un angolo specifico della città. E il bando stesso sottolineava come nulla era dovuto dall'ente per le proposte che non fossero passate; si trattava in sostanza di semplici manifestazioni di interesse. Nel supplemento di contenzioso verso cui si sta andando viene, però, chiesto anche di esibire un serie di documenti che non furono pubblicati a supporto delle decisioni sui Print ed è questa la novità della battaglia ancora in essere.