Un altro anno senza Pontina, nonostante gli allarmi, le promesse, le battaglie giudiziarie. In realtà non è stato mosso nemmeno un centimetro di asfalto. Gli ultimi sei mesi del 2021 potevano (dovevano) essere decisivi, destinati ad accelerare le procedure perché, dopo la revoca da parte di Autostrade per il Lazio del vecchio maxi progetto, era stata annunciata una serie di affidamenti per tappe e per tranches più piccole del nuovo progetto, ridimensionato nei costi. Non è accaduto nemmeno questo per via dei ricorsi amministrativi che, di fatto, stanno rinviando l'inizio di un intervento per il nuovo tracciato.
Dal 15 luglio scorso, data in cui il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso in ottemperanza proposto dal consorzio di imprese che si era aggiudicato la gara per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell'autostrada, concretamente quasi nulla ha impedito che si portasse avanti la nuova linea, ossia il progetto ridimensionato e gli appalti relativi. Non è accaduto niente e questa volta nemmeno i sindacati della categoria degli edili, che sanno che la nuova Pontina vale 6000 posti di lavoro, se la sono sentita di fare l'ennesimo sit in a Borgo Piave perché è chiaro che le difficoltà sull'attuazione del progetto appaiono molto più gravi di un rallentamento dovuto alle decisioni dei giudici amministrativi. I quali in plurime pronunce hanno riconosciuto l'esistenza di un «interesse legittimo delle popolazioni locali» ad avere una nuova strada di collegamento tra Latina e Roma. Sottobanco però sono accadute altre cose in questi cinque mesi trascorsi dopo la sentenza. Tutte le organizzazioni dei sindacati dei lavoratori ed economiche hanno sollecitato sia Autostrade per il Lazio che il socio che la controlla, ossia la Regione Lazio perché si avvii la realizzazione del progetto, anche quello residuale, purché si dia seguito ad un'opera che tra il 2001 e il 2021 ha avuto due progettazioni, due rivisitazioni, due ritiri, due sentenze di annullamento e una di riconoscimento di responsabilità contabili che però sono cadute in prescrizione. I numeri sulla sicurezza nel frattempo sono peggiorati e quelli sulla manutenzione cosiddetta ordinaria sono lievitati. La pandemia non ha inciso né sui livelli di traffico né su quelli della sicurezza poiché il fattore che più incide sull'usura del tracciato e sulla necessità di averne uno nuovo è l'export del chimico farmaceutico e il trasporto su gomma dell'ortofrutta. E nessuno dei due comparti si è mai fermato. Ad ogni modo l'ultimo step riguarda l'esame del ricorso al Tar nel merito della legittimità della delibera di revoca del vecchio progetto e relativo affidamento da parte della società Autostrade per il Lazio. La Roma-Latina non è l'unico progetto con una storia impigliata, letteralmente, nei contenziosi giudiziari, ma ciò che non si comprende è come si possa trattare un'opera del genere al pari di un appaltino per la riparazione delle buche nei quartieri di periferia.