Oltre la violenza fisica, è il tono delle minacce che avrebbe pronunciato a r

ivelare le ambizioni criminali di Roberto Ciarelli, il venticinquenne finito agli arresti domiciliari per l'aggressione consumata con alcuni complici tuttora sconosciuti, lo scorso 11 dicembre, all'esterno di un locale

notturno di via del Lido. Sono state le testimonianze della giovane vittima e di un buttafuori, intimidito per avere cercato di riportare la calma, a condizionare la decisione del giudice di adottare una misura cautelare degli arresti domiciliari: assistito dal legale di fiducia, l'avvocato Amleto Coronella, l'indagato sarà ascoltato oggi per l'interrogatorio di garanzia. È indiziato dei reati di lesioni aggravate e violenza privata in concorso.
A quanto pare non ci sarebbe un movente ben preciso dietro al pestaggio. La vittima, un coetaneo di Roberto Ciarelli, ha saputo solo dire di avere conosciuto il suo aggressore una decina di anni fa, quando frequentavano la stessa palestra. Dal racconto fornito ai poliziotti della Squadra Mobile, sembra che l'aggressione sia maturata proprio nell'ottica di affermazione di un gruppo criminale. E le testimonianze, tra loro convergenti, non fanno altro che confermare un clima di intimidazione montato ad arte.
Stando al racconto della vittima, si trovava all'esterno del pub con la fidanzata quando Ciarelli si sarebbe avvicinato dicendo alla ragazza: «Vuoi vedere come lo scoppio questo?». Quindi il giovane era stato colpito al volto con un pugno, poi erano seguiti calci e pugni su tutto il corpo. «La sua azione è stata improvvisa e violenta, intorno a me si sono radunati altri quattro ragazzi, alti robusti e tatuati - ha dichiarato la vittima dell'aggressione - Anche loro hanno iniziato a colpirmi con schiaffi e pugni, tanto da farmi cadere a terra». E quando un addetto alla sicurezza del locale si è fatto avanti per difenderlo, la vittima dice di avere sentito Roberto Ciarelli gli diceva «Se non te levi davanti te sparo!». Poi i cinque hanno continuato a picchiare il giovane, che ha evitato il peggio attuando tecniche di difesa imparate con la pratica delle arti marziali, visto che uno degli aggressori gli ha schiacciato più volte la testa a terra.