Nascere in casa è una scelta, o un'esigenza, una necessità. Per Sheila, è stata una precisa volontà quella di partorire il piccolo Clemente nella casa di Gianola che condivide con il marito Giuseppe. Lei 31 anni, lui 46 ed un sogno da realizzare, quello di favorire la nascita del proprio primogenito tra le mura domestiche. È successo venerdì scorso 11 febbraio sul lettone della sua camera da letto, davanti al marito e alle ostetriche. A comunicarcelo con entusiasmo direttamente le cuginette Liliana, Maria, Aurora, Serena ed Arianna ( in ordine d'età), una bella schiera di femminucce, naturalmente felicissime per la nascita del piccolo principino. Quello di partorire in casa un sogno che si avvera, un desiderio fortemente perseguito, naturalmente se ve ne fossero state le condizioni ma preparati anche alla soluzione ospedaliera. Una scelta su cui forse avrà influito l'attuale situazione pandemica. Sheila nel corso dei vari mesi di gestazione è stata seguita da una ginecologa poi il contatto con "Aloha" Casa Maternità, le cui operatrici accompagnano le donne nel percorso di nascita dei loro figli facendo prevalere l'arte ostetrica e la natura sulla medicalizzazione del parto. Il lieto evento era previsto per il 25 febbraio ma giovedì sono iniziati i primi dolori. E così è stata contattata l'ostetrica che, arrivata a casa, ha potuto constatare che la donna si stava avviando al travaglio. Nella stessa giornata è arrivato il supporto di altre due osteriche.

Quindi sette minuti dopo la mezzanotte, senza alcuna complicanza la donna ha dato alla luce un bel bimbo, sano, di 48 cm del peso di 2.800 Kg al quale è stato dato lo stesso nome del nonno Clemente Altarelli. Veri e propri attimi di emozione quando hanno sentito i primi vagiti del bebè. Una gioia immensa, la stessa provata dagli zii e dai nonni del piccolo, una vera e propria grande sorpresa, dal momento che non si aspettavano che il parto potesse avvenire quindici giorni prima del previsto. Con l'aiuto delle tre ostetriche è andato tutto bene. Professionale e preziosa l'opera dell'educatrice perinatale Barbara Sartori, dell'ostetrica Raffaella Di Massa e di Nives Piva dell'Associazione "Terra prena Lazio", che i due genitori hanno vivamente ringraziato. Un parto naturale davanti agli affetti più cari, nella propria casa. Come si faceva una volta. Un tempo si partoriva in casa, assistiti dall'ostetrica del paese e dalle donne della famiglia, con la levatrice che arrivava ed entrando in casa diceva «preparate asciugamani e acqua calda». Quando ormai il parto casalingo sembrava esiliato alla sola fiction ecco che, partorire tra le mura domestiche, ritorna di attualità. Una storia commovente d'altri tempi, diventata improvvisamente attuale. Superata la sofferenza, per Sheila è stata solo gioia. Così come quella di Giuseppe neo papà che ha potuto vivere assieme alla moglie una esperienza indimenticabile, entrambi felici per una opzione andata a buon fine, evento che si aggiunge ad altri casi, pochi a dire la verità, in Italia.