Il giudice ha riconosciuto il vincolo associativo nei confronti dei tre romeni finiti sotto processo per una serie di furti messi a segno a Latina e provincia a partire al 2018. Gli imputati sono ritenuti i presunti responsabili di dodici colpi registrati a Latina e provincia nell'estate del 2019. Nei giorni scorsi il Collegio penale - presieduto dal giudice Francesco Valentini e composto dai magistrati Enrica Villani e Clara Molinaro Trapuzzano - ha emesso la sentenza di condanna: sei anni e otto mesi per Mihaita Stoica classe 1986, Andrei Nedelcu Tiberiu, classe 1987. E infine per Constantin Cristi Stanciu nato nel 1990 la pena è di cinque anni.

Nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero Marco Giancristofaro aveva ricostruito le modalità molto aggressive della gang e ha chiesto la condanna a sei anni e sei mesi per i primi due imputati, mentre per il terzo la richiesta era stata di cinque anni e quattro mesi di reclusione.

In aula nel corso dell'ultimo atto del processo il collegio difensivo composto dagli avvocati Angelo Palmieri, Adriana Anzeloni, Moreno Gullì e Francesco Pietricola, ha cercato di scardinare le accuse e alla fine i giudici hanno emesso la sentenza.
Scontato che tra novanta giorni, una volta che saranno depositate le motivazioni della sentenza dai magistrati, il collegio difensivo presenterà ricorso davanti ai giudici della Corte d'Appello.

Gli imputati sono ritenuti i presunti responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata ai furti. Erano stati gli agenti della Squadra Mobile insieme ai colleghi della Polfer a condurre le indagini nate a seguito di una scia di colpi in provincia di Latina. Il via con il primo accertamento subito dopo il furto in una biglietteria automatica della stazione ferroviaria di Latina Scalo. Dall'analisi della scena del crimine, gli investigatori avevano localizzato la pista straniera che ha portato ai tre imputati che - sempre secondo l'accusa - hanno colpito anche in market e altre attività commerciali.

L'elenco delle scorribande nei negozi del territorio pontino è lungo a partire da quello in un supermercato a Sezze che aveva fruttato 31mila euro. La Polizia aveva contestato agli imputati l'uso dei telefoni cellulari, i cosidetti citofoni come vengono chiamati in gergo, utilizzati per la comunicazione e programmare i furti. Nell'inchiesta è emerso anche un episodio avvenuto nel novembre del 2018 quando la gang era stata intercettata dai Carabinieri al confine tra Latina e Nettuno, dopo Borgo Sabotino ma era riuscita a scappare anche per la nebbia che c'era quella notte e a far perdere le tracce. Agli atti dell'inchiesta sono finite le intercettazioni telefoniche tra gli imputati, alcune ritenute significative sulle modalità d'azione. «Come faccio io con voi se avete paura?», aveva detto uno degli imputati ai complici.

Oppure un altro aveva domandato. «Stasera quanto facciamo?» riferendosi al bottino per un altro furto che era stato progettato. Oltre al capoluogo, la banda aveva visitato anche Priverno, Sonnino, Sezze e Pontinia.