Era stata la madre a chiamare la Polizia. Al termine di un litigio in casa, il figlio era andato via con un trolley dove all'interno c'erano oltre 600 dosi di marijuana. Lui era salito all'ultimo piano del palazzo dove abita nella zona di viale Le Corbusier, e la donna allarmata per le conseguenze di quello che poteva accadere aveva chiamato il 113 e sul luogo della segnalazione erano intervenuti gli agenti della Squadra Volante che avevano arrestato il ragazzo e recuperato la sostanza stupefacente. A distanza di oltre un anno dai fatti contestati, ieri mattina a Roma si è concluso davanti ai giudici della Corte d'Appello, il processo nei confronti di un 25enne residente nel capoluogo pontino, T.Y., queste le sue iniziali, fermato nel novembre del 2020. Doveva rispondere del reato di detenzione ai fini di spaccio.


La madre del giovane aveva chiesto l'intervento della polizia al termine di una discussione molto animata con il figlio e voleva calmare il ragazzo che era sembrato nervoso. Quando gli agenti sono intervenuti hanno visto - grazie ad alcune vetrate del vano scale - il 25enne mentre stava salendo precipitosamente le scale nel tentativo di nascondere un borsone. Alla fine i poliziotti hanno trovato nel corso del controllo 170 grammi di marijuana e un bilancino di precisione. Sono elementi che hanno portato a contestare la detenzione ai fini di spaccio e che secondo gli investigatori rappresentano una prova dell'attività. In primo grado davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Simona Sergio, T.Y., era stato condannato alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione.