Il 20 marzo saranno trascorsi sette anni da quando iniziò tutto. Il caso Lollo, o lo scandalo dei fallimenti pilotati, a seconda delle definizioni preferite da addetti ai lavori e media, era stato più di un semplice terremoto che aveva travolto il Tribunale di Latina. Le indagini della Squadra Mobile avevano portato a concentrare gli accertamenti sull'ex magistrato della sezione fallimentare e su un gruppo di imprenditori, commercialisti e un avvocato coinvolti nella maxi inchiesta finita prima a Latina e poi a Perugia. Per l'ex giudice e gli altri professionisti, l'iter processuale rispetto a chi ieri è comparso in aula davanti al giudice Mario La Rosa nel corso dell'udienza preliminare è stato diverso.
Il fascicolo era uno stralcio dell'inchiesta madre, una costola dopo che la Procura di Perugia aveva disposto l'invio degli atti nel capoluogo pontino competente per territorio. A Perugia avevano di fatto spacchettato il fascicolo in tre tronconi. Uno che si è concluso anche con alcuni patteggiamenti, un altro ancora in corso a Perugia per altri imputati e infine questa tranche.