Dovrà essere celebrato un nuovo processo in Corte d'Appello, a carico di Vincenzo Crescimone, siciliano di 42 anni, condannato in primo grado a dieci anni di reclusione per la rapina consumata ai danni di un'anziano, un pensionato quasi novantenne che l'uomo originario di Siracusa è accusato di avere aggredito e derubato in casa nell'estate di tre anni fa, alle porte di Latina. La Suprema Corte di Cassazione ha infatti accolto il ricorso presentato dalla difesa dell'imputato, annullando la sentenza pronunciata in secondo grado, disponendo che il caso venga esaminato da un'altra Corte d'Appello di Roma per un nuovo giudizio, ovvero per un ricalcolo della pena inflitta.


L'episodio risale al giugno del 2019 quando la vittima, un uomo di 88 anni, fu aggredito nel cortile della sua abitazione di via del Saraceno mentre si trovava da solo, stordito con una sostanza alterante e poi picchiato da un uomo che aveva approfittato poi dello stato di semi incoscienza provocato nel malcapitato, per introdursi nella casa e rovistare nei cassetti alla ricerca di denaro, la pensione più qualche risparmio. Ovviamente il rapinatore era riuscito a dileguarsi senza che il pensionato potesse vedere la direzione di fuga, tantomeno il mezzo col quale si era dileguato in una manciata di secondi. L'unico indizio raccolto dagli investigatori, era un'impronta digitale lasciata dal bandito, traccia fondamentale per la risoluzione del caso: gli accertamenti svolti dalla Polizia Scientifica avevano portato a Vincenzo Crescimone, già noto alle forze di polizia per reati del genere e all'epoca sottoposto alla misura restrittiva dell'obbligo di firma nella zona di Tor San Lorenzo.