Pescherecci fermi al porto, striscioni che urlano la crisi del settore, i pescatori che restituiscono, per il momento solo simbolicamente, i documenti delle imbarcazioni alla Capitaneria di porto in segno di resa. Una protesta pacifica, ma che andrà avanti ad oltranza quella dei pescatori della provincia, ma anche di Anzio, sulla scia di una manifestazione nazionale che vuole opporsi al caro gasolio, ormai arrivato alle stelle, triplicato nell'arco di un anno, che sta mettendo in ginocchio questa ed altre categorie. "Carlo Padre", "Maria Sorella", "Tequila", "Rinaldo padre", "Piramide" e le altre paranze ieri mattina erano vuote. Ospitavano solo gli striscioni, realizzati dall'artista locale "Robof", per denunciare la strada senza ritorno imboccata dal settore pesca per i rincari del carburante, almeno se dal governo non arriveranno risposte immediate e strutturali.

Le due cooperative che raccolgono la marineria terracinese hanno aderito alla protesta nazionale, paventano licenziamenti se non ci sarà un'inversione di tendenza. «Per ora ci fermeremo per una settimana, ma se le cose non cambiano, siamo disposti ad andare a oltranza», le parole di Paride Marzullo, presidente della cooperativa La Sirena che era già intervenuto nei giorni scorsi. «Riconsegneremo simbolicamente le licenze, i documenti, come segno di resa perché dopo due anni di pandemia arriva questa crisi energetica, e noi non sosteniamo più questi costi».

Il gasolio è passato da 0,40 centesimi di euro a 1,20 euro al litro in un anno. Troppo. Dunque, le speranze sono riposte tutte nell'incontro al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, al quale hanno partecipato ieri sera anche i sindacati. Intanto il segretario di Flai Cgil Lazio settore pesca, Anna Maria Pattaro, ha affiancato i pescatori, teme un effetto a catena sull'occupazione: «Se queste imprese decideranno di chiudere, come stanno dicendo, c'è un rischio serio per l'occupazione. Ci aspettiamo dal governo un provvedimento strutturale e non provvisorio, che consenta ai pescatori un recupero di quello che si è perso in questi mesi e che consenta la ripresa».

L'amministrazione comunale ha partecipato con diversi esponenti: il vicesindaco Patrizio Avelli («il sindaco Tintari era impegnata con la prefettura per l'emergenza Ucraina»), vari consiglieri, alcuni del gruppo di Fratelli d'Italia, il presidente del Consiglio comunale Gianni Percoco, gli assessori Barbara Cerilli e Davide Di Leo. Il vicesindaco ha assicurato «pieno sostegno alla categoria, faremo di tutto per sostenere questo problema che è nazionale. Tutto quello che possiamo mettere in campo lo faremo. Un sistema intero che viene messo in crisi e che rischia di essere devastante».

Presente al sit-in anche l'ex sindaco, oggi europarlamentare di Fdi-Conservatori europei Nicola Procaccini: «Ho voluto essere presente - ha detto - per esprimere loro solidarietà e amicizia, innanzitutto. Ma anche per informarli della nostra richiesta come FdI al governo italiano di reintrodurre gli sgravi contributivi di cui godevano. E della mia battaglia al parlamento europeo per consentire ai pescatori di rispettare il fermo biologico, potendo scegliersi da soli i giorni in cui restare fermi in banchina».