Le multe complessive ammontano a 11 milioni di euro e alla fine gli anni di carcere totali sono 108. Nei giorni scorsi la Corte d'Assise di Latina ha emesso una tra le prime sentenze di sempre con multe elevatissime, nei confronti di alcuni degli imputati di una maxi inchiesta condotta dalla Dda, per presunti episodi di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo l'accusa è emerso che molti stranieri provenienti dall'India, dal Pakistan e dal Bangladesh sono entrati in Italia con documenti falsi, grazie all'aiuto di alcuni imprenditori della provincia di Latina. Le indagini poggiavano le basi su una serie di riscontri sulla scorta delle rivelazioni di un collaboratore di giustizia che ha permesso di contestualizzare l'indagine e ricostruire i ruoli degli imputati e le modalità di ingresso degli stranieri. Nel corso del processo era caduta l'associazione per delinquere e la Corte d'Assise, presieduta dal giudice Gian Luca Soana aveva disposto il non doversi procedere per prescrizione per il reato di falso. Per la prima volta in un processo l'importo delle multe è milionario e supera gli undici milioni, a fronte di una richiesta totale invece di quasi 100 milioni per la precisione di 95 milioni 900mila euro e 14 centesimi formulata nel corso della requisitoria dall'accusa. Il pm Valerio De Luca aveva ipotizzato per ogni immigrato che sarebbe entrato irregolarmente una sanzione pari a 25mila euro. Le indagini degli agenti del Commissariato di Polizia di Fondi avevano interessato Monte San Biagio, Pontinia, Fondi, Terracina e Latina. Gli stranieri - secondo l'ipotesi accusatoria - per arrivare in Italia hanno pagato somme di denaro fino a 11mila euro. C'è la storia di un uomo che nel suo paese di origine aveva venduto un terreno per avere i soldi necessari per entrare in Italia. Le indagini hanno consentito di accertare un sistema che ha permesso a molti stranieri, tra cui braccianti agricoli di arrivare grazie alla procura falsa di un notaio.

Le difese hanno sostenuto un punto: gli imputati sono caduti in un tranello, avevano chiesto pochi braccianti affidandosi a mediatori e ai Caf. Alla fine 23 condanne e 10 assoluzioni, tra novanta giorni si conosceranno le motivazioni scontato il ricorso in Appello.