Tutte le strade della solidarietà e dell'accoglienza portano in via Terenzio, al civico 30, presso la sede dell'associazione L'Approdo dove la mobilitazione per il popolo ucraino non conosce sosta, e nemmeno festa. Dal lunedì alla domenica chi vuole donare qualcosa, dai vestiti agli alimenti passando per i medicinali e qualsiasi altro materiale, e si reca nel quartiere popolare a sud-est del capoluogo, a due passi da viale Petrarca, trova qualche volontario ad accoglierlo. E' così dallo scoppio della guerra, sarà sempre così finché la situazione lo renderà necessario. Anche in Prefettura hanno chiesto l'aiuto di Elena e Zaide, due delle volontarie che ogni giorno si mettono "a disposizione della solidarietà", per facilitare il lavoro di accoglienza, organizzato dalle istituzioni. A Latina da questa settimana per la raccolta beni è attivo anche il Coc di via Cervone, ma ormai i cittadini del capoluogo riconoscono il civico 30 di via Terenzio come il luogo principale della solidarietà. E non solo.

Lì ci si mobilita anche per l'accoglienza. Si ricevono i profughi, si cercano soluzioni. Lì arrivano persone pronte a mettere a disposizione le proprie abitazioni per accogliere i fuggitivi, che vanno ad aggiungersi alle strutture che trovano i vari Comuni: al momento sono circa 130 i posti messi a disposizione su tutto il territorio grazie all'impegno della Prefettura, in sinergia con le amministrazioni.

Ma bisogna correre e non perdere tempo perché di rifugiati ne stanno arrivando sempre di più. E nei prossimi giorni è attesa una moltiplicazione degli accessi. Per adesso il numero dei profughi che decideranno di puntare sul nostro territorio per mettersi in salvo dalla guerra non è facilmente prevedibile. La cosa più importante è non farsi trovare impreparati.

Elena è una delle volontarie più attive dell'associazione L'Approdo, non solo in ambito di raccolta beni ma anche di accoglienza. Nella sua casa ospita quattro persone: due mamme con le proprie figlie, giunte a Latina in momenti distinti.

Gli ultimi arrivi qualche giorno fa. Partite da Kiev l'8 marzo, il 12 hanno raggiunto la destinazione: sono mamma Marina, 29 anni, e la piccola Valeria, compirà 4 anni il 19 aprile. Alla guida di una Mazda, Marina si è messa in salvo viaggiando quattro giorni con la figlia al suo fianco, il marito è rimasto a Kiev per combattere. E ieri si è recata all'ex Rossi Sud per vaccinarsi contro il Covid, con il booster: le è stata somministrata la terza dose di Moderna. Ad accompagnarla Elena. «Con Marina ci conosciamo da tempo ed ho battezzato Valeria - ha sottolineato - Sono felice di poter fare qualcosa per loro in un momento così difficile. Quello che sta accadendo nel nostro paese è veramente tremendo, ci sono famiglie rimaste senza nulla, gente che fugge, bimbi che muoiono di fame. Nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa per i nostri connazionali».

Al civico 30 di via Terenzio c'è una lunga lista di cittadini del capoluogo che si sono offerti per accogliere i rifugiati. «Vengono qui da noi - ha aggiunto Elena - e lasciano i loro recapiti telefonici così che noi possiamo contattarli quando ci arrivano segnalazioni di profughi in arrivo. La solidarietà dimostrata dalla gente di Latina è davvero commovente, ci sono veramente moltissime persone che si mettono a disposizione per l'accoglienza oltre che mobilatondosi per portare beni di prima necessità da inviare a Roma, da dove poi vengono portati in Ucraina».