La Procura di Latina una volta che è arrivato il risultato dell'accertamento tecnico irripetibile ha chiuso l'inchiesta e ha esercitato l'azione penale nei confronti dell'uomo di 61 anni, P.V., queste le sue iniziali, un incensurato residente a Latina, accusato del tentato omicidio nei confronti di un giovane di 30 anni, ferito alle gambe per una vendetta. A quanto pare si è trattato di una ritorsione dopo che il cane dell'imputato è stato ucciso per sbaglio dalla parte offesa durante una battuta di caccia. I fatti contestati sono avvenuti all'alba dello scorso 23 dicembre in località Fogliano a poca distanza da Borgo Grappa e a distanza di tre mesi dall'episodio, il magistrato inquirente Simona Gentile, titolare del fascicolo, ha chiesto il rito immediato e il processo inizierà il prossimo giugno. L'uomo era stato arrestato al termine di una operazione lampo, a seguito della ricostruzione dei fatti raccolta sulla scorta di alcune testimonianze emerso nell'immediatezza dei fatti. In base a quanto ipotizzato il 61enne aveva aperto il fuoco perchè gli era stato ucciso a colpi di fucile il cane e - sempre secondo la ricostruzione degli inquirenti - la ritorsione era stata immediata e così P.M., aveva aperto il fuoco ferendo alle gambe il ragazzo, trasportato in ospedale ma che fortunatamente non era in pericolo di vita.
Gli investigatori avevano contestato il reato di tentato omicidio, una prospettazione accolta anche in sede di Riesame dai magistrati romani che hanno lasciato inalterato l'impianto accusatorio. Dopo che sono state depositate le motivazioni e subito dopo la conclusione della perizia eseguita dal medico legale Cristina Setacci sulla parte offesa, il pm ha chiesto il processo. Il 61enne che in un primo momento era finito in carcere e poi aveva ottenuto gli arresti domiciliari è difeso nel procedimento dall'avvocato Laura Bove. L'episodio era avvenuto all'alba nella zona del canale Cicerchia tra Fogliano e Borgo Grappa. I due fucili erano stati sequestrati nel corso delle indagini e gli inquirenti avevano stabilito che il giovane di 30 anni era stato colpito da diversi pallini all'altezza delle gambe. A quanto pare per uno scatto di ira l'imputato ha aperto il fuoco.
Gli accertamenti erano stati condotti dalle pattuglie dei Carabinieri del Comando Stazione di Borgo Grappa con l'ausilio dei militari del Gruppo Forestale che si erano occupati delle verifiche sul rispetto delle norme sulla caccia, oltre agli specialisti della scientifica che avevano eseguito i rilievi sulla scena del crimine.