Ha raggiunto una fase cruciale l'inchiesta della Procura di Latina sui carabinieri chiamati in causa dal collaboratore di giustizia Maurizio Zuppardo per una serie di presunte condotte illecite. Gli inquirenti si stanno muovendo su più fronti nell'opera di verifica delle dichiarazioni rese dal pentito: dopo avere chiesto al Tribunale una proroga delle indagini, i magistrati stanno vagliando la possibilità di ricorrere contro la decisione del giudice per le indagini preliminari di respingere la richiesta di applicazione delle misure cautelari nei confronti di alcuni dei militari indagati. Intanto negli uffici di via Ezio è stata avviata una nuova indagine che riguarda indirettamente questa vicenda, ovvero una presunta rivelazione del segreto d'ufficio in merito ad alcuni aspetti della notizia trapelata nei giorni scorsi anche attraverso le pagine del nostro giornale.
Gli ultimi passi compiuti dalla Procura sono stati già oggetto di contestazione da parte delle difese che si sono opposte alla richiesta di proroga dell'indagine preliminare e hanno invocato la nullità dei sequestri dei telefoni, provvedimenti questi adottati la scorsa settimana in occasione delle perquisizioni disposte dagli stessi inquirenti - a carico di buona parte dei carabinieri indagati - solo dopo che il Gip del Tribunale di Latina aveva respinto le richieste di custodia cautelare. Ma è proprio quest'ultimo particolare, ossia la mancata emissione di misure restrittive a carico dei militari indiziati, che si starebbero concentrando le attenzioni dei magistrati di via Ezio in queste ore, nell'ambito di un'inchiesta avviata per capire se ci sia stata una rivelazione del segreto d'ufficio. Perché se l'indagine in corso sugli investigatori dell'Arma non era di certo un segreto alla luce di perquisizioni, sequestri e notifiche, la decisione del giudice in merito agli arresti negati era un aspetto del quale gli indagati non erano ancora stati messi a conoscenza in maniera formale. Insomma, la Procura intende fare chiarezza sulla fuga di notizie e in questi giorni saranno ascoltate alcune persone informate sui fatti.
In ogni caso il prosieguo dell'inchiesta principale, quella iscritta con l'ambizione di verificare l'attendibilità delle informazioni fornite dal collaborante Maurizio Zuppardo in merito ai suoi rapporti con alcuni carabinieri, quando era un loro informatore, è legato alle mosse degli inquirenti. Infatti se i magistrati dovessero opporsi alla reiezione della richiesta di applicazione delle misure cautelari, sarà il Tribunale del Riesame a vagliare la legittimità della decisione presa dal giudice per le indagini preliminari.