Non lo possono dire, ma il sospetto che alcune delle tesi alla base del ricorso possano essere una ricerca di un alibi alla scarsa motivazione della studentessa forse i componenti del collegio giudicante del Tar ce l'avranno anche avuto. Il caso di una studentessa di Cisterna di Latina che l'anno scorso è stata bocciata e quindi non ammessa alla classe successiva è stato rigettato con un giudizio anche severo che però ricalca in toto quello concesso all'unanimità dal collegio di classe. La studentessa infatti, che frequenta una classe di scuola superiore, nel primo quadrimestre dell'anno scolastico 2020-2021, aveva riportato tre insufficienze. C'era quindi tutto il tempo per recuperare. I genitori però, che hanno impugnato la bocciatura sottolineano che nel secondo quadrimestre, «aveva riportato assenze per aver contratto il virus Covid 19, il quale aveva inciso anche su alcune patologie respiratorie di cui soffriva».

Nel ricorso inoltre si sottolinea che «aveva comunque mostrato impegno pur seguendo le lezioni in DAD con estrema difficoltà; che, in tutto il periodo di degenza, né l'alunna né i genitori avevano ricevuto alcuna richiesta di informazione sul suo stato di salute né indicazioni sul suo rendimento scolastico, se non, in data XX febbraio 2021, un invito da parte della professoressa di matematica a partecipare a un corso di recupero pomeridiano, che comunque la ragazza non aveva potuto seguire perché ancora sintomatica; che, rientrata a scuola, era stata sottoposta, senza un adeguata preparazione, a causa delle assenze e della mancata attenzione dei professori alla sua situazione, a una serie di prove scritte in un tempo breve in cui inevitabilmente non riusciva a raggiungere la sufficienza, risultando interrogata su tutto il programma svolto durante l'anno, raggiungendo, peraltro, in gran parte delle materie, dei voti superiori alla sufficienza con la media del sette». Il problema però, è che alla fine dell'anno, oltre ad alcune materie in cui aveva dato prova di eccellere, rimanevano le insufficienze in Latino, Matematica, Inglese, Scienze Naturali e Fisica.

Il Tar Lazio ha subito messo in chiaro che le assenze hanno davvero poca rilevanza essendo in vigore la Dad a cui sono stati soggetti anche tutti gli altri studenti d'Italia, ma soprattutto «non risultava certificazione medica attestante l'assoluta impossibilità di concentrarsi sullo studio» e «che il giudizio finale aveva visto l'attribuzione di cinque insufficienze, quattro con il voto di "quattro" (in Latino, Inglese, Matematica e Fisica, queste ultime due particolarmente rilevanti per il Liceo -OMISSIS-) e una con il voto di "cinque" (in Scienze naturali)». In pratica si sottolinea che invece di migliorare, il rendimento era anche peggiorato. Il Tar riconosce di non poter entrare nel merito delle valutazioni, e di poter modificare il giudizio del collegio scolastico solo «qualora emerga un'irragionevolezza o un'illogicità del provvedimento».

A questo punto i giudici amministrativi nel sottolineare «l'atteggiamento di scarsa motivazione con carenze di base, rilevato dai professori» non può che prendere atto e quindi confermare le motivazioni addotte per la bocciatura: «per il voto in Latino, che l'alunna aveva presentato molte carenze, senza acquisire un buon metodo di studio; b) per il voto in Inglese, che l'alunna aveva avuto un atteggiamento poco motivato; c) per il voto in Matematica, che erano riscontrate carenza di base; d) per il voto in Fisica, che l'alunna aveva avuto un atteggiamento poco motivato; e) così pure per il voto in Scienze naturali, ove era riconosciuto anche che l'alunna aveva cercato di recuperare ma mostrando conoscenze frammentarie e disorganiche». Si sottolinea anche che la scuola, nelle comunicazioni alla famiglia e alla studentessa, aveva anche stimolato una maggiore applicazione.

Infine, la censura arriva anche sull'ultimo motivo di doglianza della famiglia che ha ricordato che la coordinatrice di classe «aveva tranquillizzata dicendo come, pur essendo tante le assenze, le verifiche e i recuperi da fare, la situazione si sarebbe risolta per il meglio». Insomma, niente alibi, alla studentessa secondo i giudici, erano state date tutte le possibilità per recuperare. La bocciatura è stata confermata.