E' stata assolta da tutte le accuse. Era ritenuta una delle presunte responsabili di una rapina in casa di una anziana. Era stato un colpo ben preciso, studiato nei dettagli con un sopralluogo e anche appostamenti. Lei quando era ancora minore, insieme ad una complice aveva narcotizzato la vittima mettendo del sonnifero in una tazzina di caffè. I fatti contestati erano avvenuti a Tuscania in provincia di Viterbo nel febbraio del 2014 nel corso di un colpo in trasferta.
A distanza di oltre otto anni dall'episodio, il Tribunale per i Minori di Roma nei giorni scorsi si è pronunciato e ha emesso una sentenza e ha accolto la prospettazione della difesa dell'imputata, rappresentata dagli avvocati Angelo Palmieri e Sinuhe Luccone che alla fine è stata assolta dalle accuse.

In base a quanto contestato, N.F., queste le sue iniziali, che all'epoca dei fatti aveva 17 anni, residente a Latina, insieme ad una complice che era maggiorenne e il cui iter processuale è stato diverso, ha somministrato ad una donna di 87 anni, «sostanze ipnotico sedative – aveva sottolineato il pubblico ministero nel capo di imputazione – e così da mettere la vittima della rapina in uno stato di incapacità».
In questo modo le due ragazze avevano agito indisturbate e si erano impossessate di diversi oggetti d'oro portando via dall'abitazione dell'anziana dove erano riuscite ad entrare con una scusa banale, anche soldi in contanti. Era stata la Procura per i Minori e il magistrato Tullia Monteleone, titolare del fascicolo, ad aprire un'inchiesta che aveva portato ad indagare le due giovani che avevano avvicinato la vittima con una scusa convincente.
Le ragazze qualche giorno prima del colpo, si erano appostate all'esterno di un supermercato della zona e una volta che hanno visto la vittima si sono avvicinate conquistando subito la sua fiducia, dicendo di essere amiche di vecchia data della figlia e le hanno offerto un aiuto. «Signora le portiamo la spesa a casa così non si affatica», in realtà era una trappola ben studiata. A quel punto l'anziana le ha fatte entrare e ha offerto il caffè e approfittando di un momento di distrazione della donna - secondo l'accusa - nella tazzina dell'87enne le imputate hanno versato del sonnifero: in un attimo l'anziana si è addormentata e si è risvegliata soltanto dopo in ospedale quando la figlia rientrata a casa ha trovato la madre in condizioni preoccupanti.

Le indagini avevano portato ad indagare a piede libero N.F., sulla scorta di un riconoscimento fotografico eseguito dalla parte offesa. Alla fine nei giorni scorsi si è definitivamente conclusa la vicenda con l'assoluzione nei confronti della ragazza per non aver commesso il fatto. Anche la complice nel corso del processo che si era svolto ed era terminato nelle scorse settimane era stata assolta dalle accuse, a fronte di una richiesta della pubblica accusa pari a cinque anni di reclusione.