E' stato condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa, il ventiquattrenne di Latina che a dicembre 2020 mise in atto una serie di atti vandalici nel Parco «Susetta Guerrini» postando poi il video sul social Tik Tok. La sentenza è stata emessa ieri mattina dal giudice dell'udienza preliminare Giorgia Castriota che ha concesso al giovane, Daniele G. il beneficio della non menzione. A suo carico la prova più importante era proprio quel video diffuso in rete, una sorta di rivendicazione che gli è costata cara. Per risalire al ragazzo era stata posta in essere una delicata indagine della Digos, volta peraltro a fermare la sequenza di atti vandalici che un gruppo di giovani del capoluogo aveva collezionato in quel periodo di fine 2020 proprio con l'intento di condividere le loro bravate sui social network più in voga tra gli adolescenti. Erano cominciati così gli accertamenti che dopo una serie di riscontri avevano, appunto, portato all'identificazione del ragazzo, poco più che maggiorenne. Daniele G., difeso dall'avvocato Stefano Perotti, era accusato di aver lanciato una bottiglia incendiaria nel parco oasi verde «Susetta Guerrini» che si trova tra i quartieri Nuova Latina e Nascosa.

Il lavoro degli investigatori della Questura era scattato nel mese di novembre 2020, quando l'amministrazione comunale aveva denunciato una serie di atti vandalici commessi all'interno del parco San Marco, nella zona dell'ospedale Santa Maria Goretti, che avevano danneggiato alcune strutture pubbliche. Gli agenti della Digos aveva accertato che sul profilo del social Tik Tok, il ragazzo aveva condiviso un video che documentava quel danneggiamento: il filmato mostrava infatti alcuni giovani mentre danneggiavano le strutture del parco. Un elemento assai utile alla identificazione e poi divenuto prova cardine nel procedimento penale.

L'analisi del profilo virtuale del ragazzo ha permesso di individuare altri video simili, uno dei quali lo ritraeva mentre lanciava una bottiglia incendiaria all'interno del parco «Susetta Guerrini». In questo caso era chiara la responsabilità del ragazzo, oltre al folle movente.
C'è un aspetto psicologico nel reato commesso e riguarda appunto la volontà di utilizzare il video degli atti di danneggiamento per farne vanto social e creare seguito, una sfida ad infrangere le regole.
A corroborare la pista iniziale è stata utile la perquisizione fatta a casa del giovane nell'immediatezza dei fatti e che portò al sequestro, tra l'altro, dei telefonini utilizzati per filmare le azioni poste in essere. Il beneficio della non menzione concesso ieri insieme alla sospensione della pena sono volti proprio al recupero del giovane di Latina che si è reso protagonista di una storia terribile e al tempo stesso attuale e assai comune.