È diventata definitiva la condanna a un anno e otto mesi di reclusione per Marco Pagani, il giovane di Latina, ora ventiquattrenne, accusato di avere aggredito alcuni poliziotti che lo cercavano per un tentativo di rapina. Due settimane fa, con sentenza depositata solo in questi giorni, i giudici della Suprema Corte di Cassazione hanno infatti dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa del ragazzo, rendendo irrevocabile la pena stabilita dalla Corte d'Appello di Roma nel mese di settembre.
In passato Marco Pagani era finito al centro delle indagini di Polizia e Carabinieri per alcune rapine consumate, ai danni di attività commerciali, nella zona del quartiere Q4 Nuova Latina dove abitava. Per gli affetti di quelle inchieste era finito agli arresti domiciliari, ottenendo di poterli scontare a casa di un parente in piazza Ilaria Alpi. Fin quando la sera del 31 agosto del 2020, violando le prescrizioni imposte dal giudice, era evaso dai domiciliari e aveva cercato di rapinare un uomo, mentre questi prelevava denaro contante dallo sportello automatico dell'ufficio postale situato proprio accanto al portone del condominio dove viveva il giovane in quel periodo.
Non solo la vittima aveva reagito, evitando che il rapinatore riuscisse a sottrargli i soldi, ma aveva poi fornito ai poliziotti della Squadra Volante una descrizione tanto dettagliata, da restringere subito il campo di ricerca. Dopo tutto il giovane, una volta sventato il folle piano, era rientrato nello stesso condominio da dov'era uscito poco prima. Insomma, i sospetti dei poliziotti si erano rivolti subito su di lui, soprattutto alla luce del fatto che gli agenti lo conoscevano molto bene, avendolo sottoposto spesso ai controlli previsti per i destinatari di restrizioni della libertà personale.