E' calato il sipario ed è finito tutto con un non doversi procedere per intervenuta prescrizione. E' questa la sentenza emessa ieri dal giudice monocratico del Tribunale di Latina Enrica Villani al termine della camera di consiglio, nei confronti dei due imputati, A.G. 56 anni e A.G., 50 anni, rispettivamente una donna e un uomo, indagati all'epoca dei fatti a piede libero. Sono finiti sotto processo per una inchiesta su un presunto giro di marche da bollo contraffatte in alcune autoscuole. A distanza di oltre dieci anni dai fatti contestati nel fascicolo aperto in Procura e dove gli accertamenti sono stati condotti dal pubblico ministero Daria Monsurrò, in aula è stata messa la parola fine a tutta la vicenda.


Tutti i reati sono prescritti, come è emerso nel corso dell'ultimo atto del processo. Nel capo di imputazione il pm aveva sostenuto nei confronti di un'imputata di aver contraffatto in qualità di titolare di una agenzia di pratiche auto i valori bollati, «ovvero utilizzato le stesse ricevute dagli autori della falsificazione sulle pratiche auto trattate dalla propria agenzia». Erano state molte - secondo quanto accertato - le pratiche presentate all'Ufficio Aci di Latina dove erano state apposte altrettante marche da bollo in originale - aveva messo in evidenza il pm - e da una perizia eseguita nell'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato e da una commissione speciale è emerso che risultavano falsificate». I fatti che avevano portato all'apertura dell'inchiesta erano avvenuti tra il 31 gennaio e il 19 marzo del 2011. In una circostanza era stato ipotizzato anche il reato di ricettazione nei confronti dell'uomo: «perchè quale titolare di una agenzia acquistava o riceveva consapevole dell'illecita provenienza 28 marche da bollo che sono risultate modificate e contraffatte». E' emerso che alcune risultavano infatti provento di furto in alcune tabaccherie.