Quella di un paio di sere fa in casa della famiglia De Rosa è solo l'ultima operazione antidroga portata a termine dai Carabinieri, nel giro di poche settimane, con ritmo sempre più incessante. Prima con l'inchiesta Status Quo, poi con le altre attività volte a sgominare le piazze di spaccio più attive, sotto la lente degli investigatori dell'arma sono finiti i nuclei familiari emergenti, tutti satelliti del clan Di Silvio. Ma il comune denominatore più marcato, tra i diversi blitz pianificati dai militari del colonnello Lorenzo D'Aloia, è il contesto "popolare" nel quale gli investigatori hanno operato in questi giorni. E non solo perché nei complessi di edilizia residenziale pubblica vivono persone dedite giorno e notte al traffico degli stupefacenti, ma soprattutto perché in quelle zone già finite al centro di operazioni anti droga era di nuovo necessario l'intervento dello Stato con l'obiettivo di "liberare" i cittadini onesti dalla presenza oppressiva di veri e propri sodalizi criminali.
La realtà più difficile probabilmente era proprio quella vissuta dai residenti di via Londra che da settimane vivevano in un clima appesantito per effetto dell'azione dimostrativa di Cesare De Rosa, il giovane che aveva sparato a un senzatetto marocchino in strada, ferendolo con un colpo di pistola all'addome. Le circostanze dell'episodio sono ancora poco chiare, lo zingaro avrebbe agito perché infastidito dalla presenza di due clochard in quella zona, nel parcheggio interrato di un edificio commerciale abbandonato, fatto sta che l'agguato, compiuto praticamente sotto casa, alla luce del sole, ha avuto l'effetto di terrorizzare i residenti, costretti ad assistere poi alla ripresa degli affari illeciti della famiglia De Rosa, come dimostra appunto il via vai dei clienti che ha attirato l'attenzione dei Carabinieri.