Ha patteggiato la pena di tre anni e un mese di reclusione, Paolo Michella, l'uomo di 60 anni, accusato del reato di tentato omicidio di un giovane avvenuto a Fogliano a poca distanza dal canale Cicerchia, durante una battuta di caccia. Il movente sarebbe da ricercare in una vendetta da parte dell'imputato nei confronti della parte offesa che per sbaglio gli ha ucciso il cane scambiandolo, a causa del buio fitto, per un animale selvatico. L'episodio era avvenuto infatti all'alba del 23 dicembre scorso, in una tra le zone più suggestive dell'Agro Pontino, ideale per la caccia. Ieri davanti al giudice per l'udienza preliminare Pierpaolo Bortone si è definitivamente chiuso il processo e la richiesta presentata dal legale dell'imputato, l'avvocato Laura Bove, è stata accolta dal magistrato ed è stata messa la parola fine a tutta la vicenda su cui aveva indagato il pubblico ministero Simona Gentile. In sede di interrogatorio l'uomo aveva riferito che era scivolato e in un secondo momento erano partiti alcuni colpi che avevano ferito il giovane di 30 anni. Il magistrato inquirente aveva disposto anche un accertamento tecnico irripetibile, una perizia sulla parte offesa rimasta ferita da alcuni pallini esplosi dal fucile dell'uomo (regolarmente denunciato). Le indagini per fare piena luce sulla dinamica dei fatti erano state condotte dai Carabinieri della stazione di Borgo Grappa insieme al personale della Forestale e per l'uomo era scattato l'arresto.

Nelle pieghe dell'indagine era stato disposto anche un accertamento tecnico irripetibile richiesto dal magistrato inquirente al medico legale Cristina Setacci che aveva lasciato alla fine immutata la qualificazione giuridica. In base a quanto ricostruito dai Carabinieri della Compagnia di Latina, la persona ferita, un ragazzo che abita a poca distanza dalla scena del crimine, aveva sparato accidentalmente al cane dell'imputato uccidendo l'animale, aveva chiesto scusa ma aveva riferito che subito dopo era stato centrato da alcuni pallini partiti dall'arma che impugnava Minchella. Anche in sede di ricorso davanti ai giudici del Tribunale del Riesame l'impianto accusatorio aveva tenuto e il magistrato inquirente aveva contestato il reato di tentato omicidio. A causa delle ferite riportate per il 30enne si era reso necessario il trasporto in ospedale al Santa Maria Goretti di Latina dove i pallini in un secondo momento erano stati rimossi. Il fucile utilizzato per sparare era stato sequestrato dai Carabinieri e sottoposto a tutti gli accertamenti previsti in questi casi.
Ieri a distanza di sei mesi da quando sono avvenuti i fatti, sull'inchiesta è definitivamente calato il sipario.