C'è chi fa il conto alla rovescia per raggiungere la pensione e godersi il meritato risposo, ma c'è anche chi è appassionato del lavoro che svolge e chiede di restare fino a quando è possibile. Vuole rendersi utile e mettere a disposizione la propria esperienza. La richiesta poteva sembrare scontata nella sua risposta ma invece è diventata oggetto di un braccio di ferro che si è concluso davanti alla Corte d'Appello di Roma. Da una parte una dottoressa pontina, dirigente alla Asl di Latina dal dicembre del 1979, dall'altra l'azienda sanitaria locale che non aveva accolto la richiesta di permanenza della propria dipendente. Un bel giorno ecco che le era arrivato il ben servito con la pensione in maniera anticipata per «agevolare i processi di ricambio generazionale», era riportato nella decisione.
Nel febbraio del 2020, il camice bianco aveva presentato una domanda di permanenza in servizio fino al compimento del 40esimo anno, ma la richiesta era stata rigettata sette mesi dopo con una delibera su parere negativo di un dirigente e la Asl aveva comunicato anche la scadenza del rapporto di lavoro. Il medico voleva continuare a lavorare e andare in pensione quando avrebbe compiuto i 40 anni di servizio e invece - nonostante la sua richiesta di permanenza - è stato costretto a congedarsi in anticipo anche se è una professionista molto apprezzata. La battaglia a quel punto è stata su diversi fronti.