E' fissata per il prossimo 7 settembre l'udienza dal giudice Giorgia Castriota, nei confronti di un uomo e una donna, entrambi di origine romena, accusati di aver maltrattato il figlio dopo che hanno scoperto la sua omosessualità.

La coppia al momento è irreperibile e nel corso della prossima udienza il magistrato deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio, a seguito degli accertamenti condotti dal pubblico ministero Antonio Sgarrella che aveva esercitato l'azione penale. I due imputati di 49 e 43 anni erano stati denunciati dal figlio che all'epoca dei fatti aveva 15 anni e che aveva riferito all'autorità giudiziaria di aver subito dei maltrattamenti di natura psicologica tra il 2017 e il 2019. Secondo l'accusa una volta che l'adolescente aveva raccontato tutto in famiglia, la reazione del padre e della madre era stata tanto inaspettata quanto violenta e hanno tentato in tutte le maniere di far cambiare idea, accompagnando il figlio anche in un luogo di culto mentre in altre circostanze il padre lo ha colpito con due pugni e la madre con una cinta. «I genitori venuti a conoscenza dell'omosessualità del proprio figlio e non tollerandola lo hanno indotto a desistere dal suo orientamento sessuale e al suo rifiuto anche in altre occasioni, lo hanno percosso. Con una pluralità di azioni vessatorie, morali e fisiche hanno maltrattato il figlio - ha scritto il pubblico ministero nel capo di imputazione - ponendo in essere una condotta abituale con più azioni che se realizzate in momenti successivi, sono risultate collegate da un nesso di abitualità. L'unica intenzione era quella di ledere l'integrità morale e fisica del ragazzo da rendere impossibile la convivenza». I due genitori hanno agito in concorso tra loro con diverse azioni vessatorie, morali, fisiche. «Hanno posto in essere una condotta abituale».

A rinforzare l'impianto accusatorio anche la testimonianza di due connazionali. Tra poco più di tre mesi il via con l'udienza preliminare.