La sentenza è diventata definitiva. A distanza di quasi due anni da quando la Guardia di Finanza aveva sequestrato un maxi carico di 22 chili di cocaina tra Latina e Sezze, la Corte di Cassazione ha confermato le condanne per cinque imputati, lasciando inalterata la prospettazione della Corte d'Appello. Antonio Susca, 36 anni e Luca Colannino di 29 anni, entrambi di Brindisi che erano sul mezzo bloccato dai finanzieri, erano stati condannati a sette anni; stessa pena anche per Giuseppe Purita, 48 anni di Latina, e per Sebastiano Campisi, 43 anni, anche lui del capoluogo. Pena di 4 anni infine per Riccardo Sarallo. La droga era stata individuata dagli investigatori del Gico e avrebbe fruttato oltre centomila dosi.
Dopo che il presidente della prima sezione della Corte d'Appello aveva depositato le motivazioni, le difese avevano presentato ricorso davanti ai giudici della Suprema Corte che si sono pronunciati. La delicata attività investigativa era stata condotta all'alba del 30 giugno del 2020: i finanzieri si erano appostati e avevano scelto il momento propizio per entrare in azione e sequestrare la sostanza stupefacente. Una volta arrestati i presunti responsabili avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, godendo della riduzione di un terzo della pena alla luce degli elementi raccolti in fase di indagini preliminari.
«La destinazione della droga a terze persone appare certa tenuto conto - aveva messo in evidenza il magistrato Giuseppe Molfese nelle motivazioni della sentenza di primo grado - del notevole quantitativo oltre che dei mezzi anche delle modalità adoperate», aveva scritto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il camion con targa bulgara, era in possesso di Colannino titolare di una azienda di trasporti con sede all'estero mentre Purita avrebbe chiesto a Riccardo Sarallo di usare il piazzale della sua azienda per scaricare un carico.