Da ventiquattro a 20 anni di carcere. E' questa la riduzione della condanna a carico di Fabio Trabacchin decisa dalla Corte di Assise di Appello di Roma che ieri mattina ha letto il dispositivo con cui si riduce la condanna di primo grado a carico dell'uomo che nel luglio del 2019 uccise colpendola a morte con un martello, la moglie Elisa Ciotti. La difesa, affidata agli avvocati Luca Amedeo Melegari e Fabrizio Mercuri, aveva deciso di impugnare la sentenza sottolineando, tra i vari motivi di appello, lo stato psicologico e psichico dell'imputato. Lo hanno infatti sempre descritto come un uomo provato, che ha agito a seguito di un impulso estemporaneo e soprattutto incontrollabile, rigettando con forza la tesi dell'accusa che aveva descritto la brutalità del delitto e la lucidità con cui sarebbe stato non solo compiuto, ma a cui sarebbero seguiti comportamenti come il cambio di abiti, la lucida decisione di liberarsene insieme all'arma del delitto che non è mai stata ritrovata.