La prossima sede dei Vigili del Fuoco siede su una bomba amministrativa che nessuno, fino a pochi giorni fa, aveva nemmeno immaginato e persino sconosciuta a (quasi) tutti. Una sentenza del Tribunale di Latina racconta la incredibile storia dello stabile in cui sorge l'Istituto «Sani» e che da agosto 2021 è stato autorizzato a diventare sede provinciale dei Vigili del Fuoco. In realtà quel palazzo è in parte abusivo, nel senso che la Provincia quando lo ha costruito per farne la scuola per geometri, ha sforato sulle distanze con i confinanti. E il destino malvagio insieme ad un po' di superficialità, hanno voluto che quelli della porta accanto fossero i titolari della società di costruzioni «Aster srl» oggi in liquidazione, che aveva ottenuto di realizzare nell'area adiacente un edificio commerciale, più uffici. Quando l'impresa si è accorta dello sconfinamento della Provincia ha scritto al Comune di Latina sostenendo che non c'era più la possibilità di costruire il centro commerciale e che ciò l'aveva pesantemente danneggiata. Siamo nei primi anni duemila e il Comune per evitare azioni di risarcimento concede alla Aster (oggi in liquidazione) due varianti urbanistiche per il recupero delle volumetrie ostacolate dagli abusi della Provincia. Tuttavia Aster non sfrutterà mai quelle varianti e deciderà, invece, di citare in giudizio l'amministrazione provinciale cui chiede un risarcimento milionario, calcolato da un consulente tecnico d'ufficio nella stratosferica cifra di sette milioni di euro, da ripartire metà per ciascuno su Provincia e Comune di Latina. Il procedimento resta pendente a lungo e solo qualche mese fa il Tribunale emette la sentenza, nella quale si tiene conto dello spirito della perizia, ossia della corresponsabilità dei due enti, ma diminuisce di molto la somma risarcitoria, quantificata in 1,8 milioni di euro attribuiti al 50% ciascuno alle due amministrazioni, dunque anche al Comune di Latina, cui l'impresa non aveva chiesto nulla. Adesso l'ente di piazza del Popolo, rappresentato dall'avvocato Francesco Cavalcanti, si prepara ad andare in Appello ricordando che Aster non lo aveva chiamato in causa e che, comunque, erano state autorizzate due varianti per recuperare sugli abusi della Provincia. Quest'ultima, rappresentata dall'avvocato Pierluigi Avallone, finora si è difesa sostenendo che spettava all'Ufficio tecnico del Comune controllare sugli abusi e ciò non era stato fatto.