L'Inail ha presentato il nuovo dossier sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali ed è la fotografia di un mondo del lavoro profondamente cambiato nelle regole e stravolto dalla pandemia. Dati rielaborati dalla Cisl alla luce delle storie umane che ruotano attorno ad ogni singolo infortunio grave o mortale. I numeri del primo semestre del 2022 indicano un aumento considerevole delle malattie professionali rispetto allo stesso periodo di un anno fa e questo per una serie di ragioni, prima fra tutte la condizione di maggiore rischio in taluni settori e una scarsa formazione del lavoratore davanti ai fattori che possono determinare la malattia, cosa che vale anche per gli infortuni.

«I dati sul Lazio pubblicati dall'Inail sull'andamento delle denunce di malattia professionale non possono essere analizzati senza delle premesse fondamentali, che fanno la differenza. - dice Enrico Coppotelli della Cisl - Infatti un conto è la situazione fino al 2019, ben altro discorso si deve fare con riferimento al 2020, 2021 e 2022, anni caratterizzati da una condizione straordinaria determinata dalla pandemia da Covid 19».

Le denunce per malattie professionali nel periodo gennaio-maggio 2022 sono state 1.814 in tutta la regione . Nello stesso periodo del 2021 erano state 1.609. Nello specifico 1.518 denunce di malattie professionali si sono registrate nel settore dell'Industria e dei Servizi (1.276 l'anno prima), 284 nell'agricoltura (310 dodici mesi prima) e 12 nel settore statale (nel 2021 erano state 23). Se si mettono a confronto i dati del 2019 e del 2020, la situazione cambia. Nel 2020 le denunce nel Lazio sono state 3.110, nel 2019 3.959. Così ripartite: 795 in provincia di Frosinone (796 nel 2019), 632 in quella di Latina (867 l'anno prima), 244 a Rieti (411 dodici mesi prima), 1.202 a Roma (1.548 l'anno prima), 237 a Viterbo (337 nel 2019). Nel settore dell'industria e dei servizi si è registrato un -18,12%. In quello dell'agricoltura un -32,36%. Nell'ambito denominato «per conto dello Stato» un -42,50%. La diminuzione totale e pari a -21,44%. Nel corso del 2020 i lavoratori alle prese con malattie professionali sono stati nel Lazio 2.532.

Nel documento della Cisl che accompagna i numeri si sottolinea come resti «indispensabile e insostituibile il ruolo di garanzia e di sostegno del sindacato ai lavoratori. Tanto più nei luoghi di lavoro. Un'analisi seria dei dati diffusi dall'Inail non può prescindere dal fatto che ci sono troppe mancate denunce di malattie professionali e di infortuni sul lavoro. E ci sono perché nel frattempo è aumentato a dismisura il numero di lavoratori precari, molto spesso neanche formati per il lavoro che dovranno svolgere. Allo stesso tempo, e questo dai dati si evince benissimo, troppe patologie non vengono ancora riconosciute. Tutto ciò è inaccettabile perché significa che sul versante della prevenzione si fa ancora troppo poco. Serve quindi prevenzione, formazione, informazione nei luoghi di lavoro. Bisogna investire di più sulla sicurezza e le aziende devono convincersi che questo non può essere considerato un costo ma un grande investimento».