Per la prima volta a Latina viene revocata l'assegnazione di una casa popolare perché al suo interno vengono svolte attività illecite. Il provvedimento è stato adottato dal Comune di Latina al termine di un'istruttoria avviata in seguito alle verifiche chieste dai Carabinieri del colonnello Lorenzo D'Aloia che quelle attività illecite le hanno documentate, indagando sulla piazza di spaccio che ruotava attorno all'appartamento assegnato a Maria Grazia Di Silvio di 58 anni, madre tra gli altri di Angelo e Salvatore Travali che in passato capeggiavano un sodalizio criminale finito al centro di numerose inchieste negli ultimi anni. L'ultima attività investigativa ha permesso di accertare che di recente era stata la figlia Valentina a risollevare gli affari illeciti della loro famiglia, mettendo in piedi una proficua attività di compravendita della droga proprio nell'alloggio della madre. Oltretutto le verifiche dell'Ater hanno permesso di scoprire che la beneficiaria della casa popolare era morosa da molti anni, avendo accumulato un debito di 9.813,23 a dir poco esagerato tenendo conto del canone simbolico chiestole dal gestore per quell'immobile.

A domandarsi se fosse tutto in regola, nell'utilizzo dell'appartamento di viale Pierluigi Nervi, da parte di Maria Grazia Di Silvio e i suoi congiunti, erano stati i Carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Latina a margine dell'operazione Status Quo, l'indagine avviata appunto per stroncare la piazza di spaccio dei Palazzoni tra i quartieri Q4 e Q5. Sono lontani i tempi in cui i figli di Maria Grazia occupavano abusivamente le case popolari, tutte sgomberate ai tempi dell'inchiesta Don't touch tra il 2014 e il 2015, ma gli investigatori dell'Arma hanno voluto vederci chiaro e hanno vagliato attentamente i termini della legge regionale 12 del 1999 che disciplina la gestione dell'edilizia residenziale pubblica. I militari del maggiore Antonio De Lise hanno scoperto così che la decadenza dell'assegnazione dell'alloggio popolare, con risoluzione del contratto di locazione, è prevista, tra le altre circostanze, quando l'assegnatario «svolge nell'alloggio attività illecite, accertate sulla base delle risultanze dell'autorità giudiziaria competente».

Quindi alla luce di quanto emerso con l'ultima indagine, che attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche documenta l'attività di spaccio di droga nella casa popolare di viale Nervi, l'interno 40 al piano undicesimo della scala M del civico 44. A procurarsi le partite di cocaina e rivenderle ai clienti era Valentina Travali, all'epoca ristretta agli arresti domiciliari in quell'appartamento, figlia di Maria Grazia Di Silvio appunto, anche sotto gli occhi della madre che non partecipava direttamente all'attività illecita, ma era ben consapevole di ciò che avveniva nella casa a lei assegnata. Insomma, i Carabinieri hanno informato l'Ater, l'azienda regionale che gestisce il patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, che ha vagliato la documentazione, scoprendo appunto la morosità della stessa Di Silvio. Ovvero un altro motivo valido per la revoca della casa popolare, già dopo tre mesi di mancati pagamenti dei canoni: in questo caso, a fronte di un contributo di 11 euro al mese, il debito accumulato sfiora i diecimila euro.
Come prevede la procedura, l'Ater ha poi comunicato l'esito dei controlli al Servizio Patrimonio - Edilizia Pubblica del Comune di Latina, che ha emesso il decreto di decadenza dell'assegnazione dell'alloggio di edilizia residenziale pubblica con l'atto numero 22322 dello scorso 30 giugno. Un provvedimento destinato a produrre effetti dirompenti, un valido strumento nell'azione di contrasto della criminalità locale, finora ignorato dalle istituzioni.