I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, dopo una serie di indagini di polizia giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Velletri, hanno scoperto una maxi frode fiscale. E hanno sequestrato beni per oltre 4 milioni di euro.
Nel mirino tre dirigenti del Pomezia Calcio 1957. Secondo i militari della Finanza che hanno portato avanti le indagini dietro la veste giuridica di S.S.D, in realtà si nasconderebbe una società di capitali, con guadagni milionari. I finanzieri, tra l'altro, hanno anche portqto alla luce il presunto fraudolento trasferimento di ingenti provviste finanziarie, per oltre 1.750.000 euro.
Nel corso delle indagini e nel corso di una verifica fiscale, è anche emerso che, al fine di ostacolare il recupero dei tributi evasi e di nascondere le responsabilità penali, l'ente è stato estinto per mezzo di una fusione.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Velletri ha emesso un decreto di sequestro preventivo. Che è finalizzato alla confisca anche "per equivalente" di disponibilità finanziarie e beni mobili e immobili nella disponibilità degli indagati.
Per i tre della dirigenza pometina le ipotesi di reato contestate sono quelle di omesso versamento delle imposte, omessa dichiarazione e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Il Pomezia calcio, dal canto suo, si difende e con un comunicato stampa cerca di fare chiarezza. La società comunica «di essere totalmente estranea ai fatti contestati e ha dato mandato ai propri legali di difendersi nelle sedi opportune. Inoltre si precisa che la società Pomezia Calcio 1957 nata il 1 luglio 2019 è una ASD sana e in regola con tutti gli adempimenti fiscali previsti. Pertanto con la presente si intende tranquillizzare tutti i tesserati e i tifosi rossoblù che il Pomezia Calcio 1957 continuerà più forte di prima ad essere un punto di riferimento per la città e non solo dopo i trahuardi già ottenuti».