La Procura di Cassino, attraverso il Pubblico Ministero Marina Marra, ha aperto un procedimento penale contro ignoti, sul decesso della 68enne di Formia, Lucia Chiarelli, avvenuto l'11 luglio a causa di una probabile errata diagnosi da parte degli operatori sanitari del pronto soccorso di Formia. Il tragico caso ha avuto una vasta eco, tanto che la stessa Regione Lazio, appena diffusasi la notizia, lunedì 25 luglio, aveva subito disposto un audit clinico per verificare il rispetto o meno, nella circostanza, di tutti i protocolli clinici.

La donna infatti, rivoltasi al pronto soccorso dell'ospedale di Formia con dolori al petto irradiati al braccio sinistro, era stata dimessa in un'ora e mezza con la diagnosi di "dolore toracico in paziente Covid positivo", essendo risultata appunto positiva al tampone, ma dopo nemmeno due ore era stata colta da malore in casa, con ogni probabilità un infarto, ed era spirata. Il sostituto procuratore, tramite i carabinieri di Formia, in questi giorni ha già acquisito e posto sotto sequestro tutta la documentazione clinica e, soprattutto, con avviso emesso ieri, come auspicato dai familiari della vittima, ha disposto il fondamentale accertamento tecnico non ripetibile per chiarire le cause del decesso e quindi accertare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che l'hanno avuta in cura, ossia l'autopsia sulla salma, che è già stata sepolta, ma non cremata, e che dovrà quindi essere riesumata.

L'incarico per effettuare l'esame medico legale sarà conferito oggi, alle 15.30, negli uffici della Procura di Cassino, al consulente tecnico Francesco Nardoni: alle operazioni peritali parteciperà anche il medico legale Augusto Canali quale consulente tecnico di parte messo a disposizione da Studio3A-Valore spa a cui i congiunti della signora Chiarelli, attraverso l'Area manager Lazio e responsabile della sede di Roma Angelo Novelli, si sono rivolti per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, con la collaborazione dell'avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere Vincenzo Cortellessa. In sede di conferimento di incarico sarà deciso quando materialmente avrà luogo l'esame, considerato appunto che prima bisognerà procedere con la riesumazione. Un prolungamento forse dell'agonia del coniuge della donna, il quale nonostante tutto vuole vederci chiaro e trovare i responsabili della tragedia che si è consumata nella mattinata di lunedì scorso. È stato accertato infatti, che la signora Chiarelli godeva di ottima salute e soffriva solo di ipertensione per la quale assumeva una pillola al giorno. La donna nella prima mattinata di quell'11 luglio, ha accusato un forte dolore toracico irradiato al braccio sinistro, preoccupata per un possibile infarto in corso si è fatta accompagnare dal marito per sottoporsi agli accertamenti del caso al pronto soccorso dell'ospedale Dono Svizzero di Formia. I medici l'hanno sottoposta agli esami ematochimici, da cui non sarebbe emerso nulla di preoccupante, a una radiografia al torace e, da prassi, al tampone naso faringeo Covid 19, risultato positivo: elemento che di fatto ha segnato il destino della paziente.