In questa inchiesta largamente incentrata sulle concessioni demaniali emerge una storia che ha molto a che fare con altro, con la libertà e con i rapporti di forza economici che pare si fossero creati in città. Succede il 9 maggio 2020 che venga intercettata quella che il gip definisce «un'interessante conversazione telefonica tra Graziani Raffaele (titolare della White ndc) e il socio Giuseppe Emilio, nella quale quest'ultimo, adirato per alcune affermazioni a lui non gradite esternate da Umberto Coda chiede a Graziani il numero di Coda per avere spiegazioni». Graziani darà il numero di telefono di Coda al socio pregandolo però di non fare sciocchezze, per non attirare l'attenzione della polizia. Ma che cosa aveva detto questo tale Umberto Coda? Aveva ipotizzato una specie di scontro tra «.... i napoletani e i Casamonica a Terracina». Lo dice Giuseppe Emilio a socio Graziani: «...senti... Umberto Coda sta, sta continuando a parlare, mi sono venuti a dire che fuori al Lidl, ... il white ... i napoletani ... ora che vengono i Casamonica... si deve stare fermo, cioè questo fa delle allusioni che non stanno né in cielo né in terra.. questo va fermato». In seguito a questa telefonata si verifica una curiosa coincidenza. Tra il 9 e il 12 maggio Umberto Coda fa ben quattro dirette sulla sua pagina Facebook, tutte ritrovate dalla polizia giudiziaria; in particolare l'undici maggio Umberto Coda pubblica un video di venti minuti nel corso del quale, dopo aver più volte affermato di aver ricevuto una telefonata minacciosa da parte di Peppe Emilio della White chiede più volte scusa a Peppe (che sarebbe Giuseppe Emilio) e Lello (Raffaele Graziani). Coda dopo qualche giorno venne sentito dai carabinieri di Terracina e in quella sede ha ammesso di aver chiesto «pubblicamente scusa» per paura di ritorsioni «perché quando Peppe Emilio impazzisce diventa molto cattivo». Del video di scuse di Coda i due soci della White avevano avuto notizia (come affermano loro stessi in una telefonata) non per caso, bensì grazie alla telefonata del capo settore gare del Comune di Terracina, Sabrina Tacelli. E' un risvolto minore rispetto a quanto emerso finora eppure lascia emergere una condizione di sottomissione che, per come si è svolta, desta molte preoccupazioni.

Ieri mattina intanto il giudice delle indagini preliminari Giorgia Castriota ha revocato la misura restrittiva degli arresti domiciliari all'ex vicesindaco Pierpaolo Marcuzzi, in accoglimento dell'istanza del difensore, Giulio Mastrobattista avanzata due giorni fa. Marcuzzi è tornato in libertà.