Terminati gli interrogatori di garanzia dell'inchiesta Free beach, i legali di alcuni indagati, presentano ricorso al Tribunale del Riesame come nel caso dell'ex sindaca Roberta Tintari, difesa dagli avvocati Dino Lucchetti e Massimo D'Ambrosio. Nel ricorso le difese sostengono l'insussistenza delle esigenze cautelari e dei gravi indizi di colpevolezza. Presenta ricorso al Riesame anche Corrado Costantino, dirigente comunale del Dipartimento settore demanio marittimo di Terracina che deve rispondere di oltre dieci capi di imputazione, è difeso dagli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci. Stessa strada percorsa anche da Davide Di Leo, consigliere di Fratelli di Italia, difeso dagli avvocati Fabio Bersani e Stefano Ciapanna, andrà al Riesame.

La data dell'udienza a Roma ancora non è stata fissata ma ci vorrà quasi di sicuro la metà della prossima settimana. La tenuta dell'inchiesta condotta dalla Guardia Costiera e dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina che ha decapitato l'amministrazione comunale di Terracina, passerà dunque alla prova del Riesame.

Nei giorni scorsi erano terminati gli interrogatori e si era avvalso della facoltà di non rispondere Alfredo Smaltini, titolare della Marina Yachting srl, finito nell'indagine per via della richiesta di una concessione demaniale all'interno della darsena vecchia del porto. Nei giorni scorsi erano stati ascoltati oltre a Di Leo anche Ivo Di Sauro, Raffaele Graziani, amministratore unico della White srl e infine proprio l'ex sindaca Roberta Tintari. Intanto per il prossimo 8 agosto si discuterà l'istanza di autorizzazione a procedere presentata dalla Procura al giudice Giorgia Castriota per la posizione dell'europarlamentare di Fratelli di Italia Nicola Procaccini.

Anche questo sarà un momento chiave dell'inchiesta che ha avuto l'effetto di un terremoto sul Comune di Terracina e che ha coinvolto oltre all'ex sindaca anche il presidente del Consiglio comunale Gianni Percoco, l'ex vicesindaco e assessore Pierpaolo Marcuzzi, i funzionari comunali Corrado Costantino e Alberto Leone e l'imprenditore Giampiero La Rocca. A vario titolo i reati ipotizzati sono: falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l'affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione e poi rivelazione del segreto d'ufficio.
Oltre alle misure restrittive eseguite, a piede libero sono indagate 54 persone.