Giudizio immediato per Ciro Milo, il trentunenne di Mondragone che il ventotto marzo scorso, a Scauri, ha esploso alcuni colpi di pistola nei confronti di tre fratelli, due residenti nella frazione minturnese e uno a Napoli, fortunatamente senza conseguenze. Lo ha disposto il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli, che ha accolto la richiesta di giudizio immediata depositata nei giorni scorsi dal Pubblico Ministero. L'udienza è stata fissata per il prossimo venticinque ottobre presso il Tribunale della città martire.
Il Milo, assistito dall'avvocato Nello Sgambato, è accusato di tentato omicidio, danneggiamento, detenzione illegale di arma da fuoco ed evasione. L'uomo stava dimorando nell'abitazione di proprietà dei tre fratelli e situata tra piazza San Pietro Apostolo e via Pirae; aveva preso in fitto l'immobile dopo che i giudici del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere avevano disposto gli arresti domiciliari, per vicende di traffico di droga, avvenute nel casertano. Viveva lì da circa un anno, insieme ai due anziani genitori, ma, in seguito all'episodio che lo ha visto protagonista è finito in carcere ad Isernia, dove si trova attualmente. A marzo, appunto, si è reso protagonista di un caso, che gli è costato l'arresto e il trasferimento presso il carcere di Isernia. Secondo la ricostruzione fatta dai Carabinieri della Compagnia di Formia, che trassero in arresto l'uomo, è stato accertato che i proprietari dell'appartamento, i tre fratelli del luogo di settanta, sessantaquattro e cinquantotto anni, si erano recati davanti all'abitazione per invitarlo ad andarsene, visto che tra le parti c'era un contenzioso, con procedura di sfratto. La Multipla con i tre occupanti si è fermata davanti al cancello e dopo una breve discussione il trentunenne ha esploso sette colpi da una pistola semiautomatica Beretta 7,65, che si sono conficcati nella carrozzeria dell'auto, infrangendo i finestrini. Solo per un caso i tre non sono stati colpiti, tanto che poi hanno subito denunciato l'accaduto ai Carabinieri. Gli uomini comandati dal maggiore Michele Pascale si recarono in forze sul posto, ipotizzando che l'uomo fosse armato. Con tutte le precauzioni del caso i militari fecero irruzione nell'appartamento dove trovarono il Milo, che poco dopo ha ammesso le sue responsabilità. Tra l'altro subito dopo aver sparato il trentunenne è uscito di casa per andare a nascondere la pistola, poi ritrovata dai Carabinieri. L'uscita dall'abitazione dove era in stato di detenzione domiciliare e il possesso illegale dell'arma, hanno ancora di più aggravato la posizione del Milo, che deve rispondere anche del grave reato di tentato omicidio. Quindi il Gip accolse la richiesta del Pm, Chiara D'Orefice, di adottare nei confronti del casertano di un regime cautelare in grado di scongiurare il pericolo concreto e attuale di reiterazione criminosa. Ora lo stesso Gip ha accolto la richiesta di giudizio immediato.