E' una storia complicata quella di Cesare Zanetti 52 anni, originario di Roma da due anni residente a Bassiano dove si è trasferito dopo aver vissuto qualche anno della sua vita anche a Cisterna di Latina, dove dichiara di aver svolto attività di contabile.
Adesso Zanetti chiede alle istituzioni territoriali ed al Comune di Bassiano di fare qualcosa per lui. E' malato, è solo, vive grazie al reddito di cittadinanza che percepisce da quando ha perso il lavoro.
Ma una disgrazia più grande avrebbe colpito questo uomo, la mancanza di punti di riferimento "sociali". Così come tante persone, Zanetti chiede aiuto al nostro giornale ed al sindaco di Bassiano, per essere inserito in un programma di sostegno e assistenza domiciliare. I suoi diritti sembrano essere stati cancellati dalla mano della consuetudine tutta italiana, di "entrare dalla porta di servizio", come ci spiega.
Zanetti vive nell'immondizia e nel degrado, di un appartamento acquistato quando ancora le sue finanze gli permettevano di vivere una vita decorosa: "E' l'unica cosa che ho, un tetto sulla testa, ma ho bisogno di aiuto, il Comune di Bassiano mi ha fatto contattare dai suoi Servizi Sociali. Grazie all'intervento di un consigliere comunale ho avuto un colloquio con un'assistente sociale ed uno psicologo, ma io ho bisogno di un aiuto materiale, devo andare in ospedale, mi dicono che se chiedo il trasferimento devo pagare l'ambulanza, non posso più camminare, sono paralizzato in casa."
Zanetti dichiara di aver subito un infortunio tre anni fa proprio a Cisterna di Latina, di essere stato operato e sottoposto alle cure mediche, ma di non essere più in grado di muoversi, né di uscire a gettare la spazzatura, la sua caviglia non lo regge più.
Chiede aiuto ma le sue speranze di visite per controllo e aggravamento del suo stato di salute, sono rinviate al 2023. O forse Zanetti avrebbe solo bisogno di un bravo medico curante che lo prendesse in carico, come codice deontologico e norme di uno Stato di diritto, obbligano, seguendo le linee di demarcazione che segnano il "diritto alla salute" ed all'assistenza di tutti i cittadini italiani, che non può essere discrezionale, o favorita solo "se si hanno conoscenze". E' dovere delle istituzioni prodigarsi affinché chi è più solo, più debole e meno avvezzo alle pratiche "accessorie" della burocrazia nazionale, non si attorciglino introno ad un caso semplice. "Spero che qualcuno raccolga il mio appello". Afferma fiducioso, con un linguaggio semplice e quasi impaurito del proprio racconto e dei propri fantasmi. «Sto scivolando nell'alcool a causa di questa situazione".
Lui, come molti cittadini italiani, ignari dei propri diritti, dovrebbe essere preso in carico da un medico curante che avrebbe l'obbligo di aiutarlo inserendolo in un piano di sostegno e recupero, un piano di assistenza socio-sanitaria. Il Comune, in questo caso, dovrebbe attivare tutte le procedure di supporto, dall'assistenza domiciliare all'aiuto per le pulizie domestiche e personali, per un numero specifico di giorni la settimana. Bassiano come altri comuni della provincia sono inseriti in specifici piani di zona milionari per cui la Regione, e lo Stato, chiedono ai comuni di "attendere" alle esigenze dei cittadini più fragili. Cosa ne è di questi principi nel caso di Zanetti? Forse le distrazioni politiche fanno dimenticare il dolore altrui?
Adesso Cesare Zanetti chiede aiuto perché ne ha bisogno.