Sono quattro le richieste di costituzione di parte civile depositate ieri mattina nell'udienza del gup Giorgia Castriota sullo scandalo del cimitero di Sezze, emerso dopo una lunga indagine dei carabinieri che il 19 marzo 2021 portò a 11 arresti con 26 persone complessivamente indagate. Gravissime le contestazioni: festini a luci rosse, squillo, salme sparite e ossa dei defunti mischiate per far posto ad altre sepolture. Il tutto nel contesto di quello che è stato definito un «articolato sistema corruttivo messo in piedi attorno al caro estinto» che ruotava attorno alla figura del custode del camposanto e garantiva affari garantiti a imprenditori edili e titolari di pompe funebri. Nel processo, su cui comunque si deciderà il prossimo 20 dicembre a causa di un difetto di notifica, hanno chiesto di essere parte accanto alla pubblica accusa il Comune di Sezze, l'associazione «Caponnetto», il titolare di uno de loculi profanate e una donna vittima dei reati. Particolare la figura di quest'ultima che formalmente era l'addetta alle pulizie in un appartamento di Castaldi e in quella stessa abitazione riceveva uomini per prestazioni sessuali a pagamento. Nella istanza depositata sostiene che l'effetto mediatico dell'indagine le ha causato un grave danno d'immagine a causa del comportamento illecito contestato agli imputati.