Da una parte, seduta davanti ai giudici del Tribunale, ai pm, agli avvocati e al pubblico c'è Gina Cetrone, ex consigliera regionale. Su uno schermo, in una località segreta, di spalle, il grande accusatore, il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo. Tensione alta, alle stelle per il confronto all'americana. Il botta e risposta è prevedibile: le voci si sovrappongono e i decibel a tratti si alzano. Ci sono anche i momenti di commozione, l'emotività, i toni oltre misura, compresi gli insulti diretti ai giornalisti che seguono il processo e l'intervento del presidente Chiaravalloti. Tutto questo rende l'idea del contenuto del processo Scheggia pieno di accuse respinte e rilanciate.


E' un confronto serrato della durata di quasi due ore. La Cetrone parte con tono sicuro mentre ricostruisce tutto: «Un incubo, spero il primo e l'ultimo della mia vita», ricorda quando riflette a quando è iniziato tutto.
Era stato il legale dell'ex consigliera a chiedere il confronto, l'inizio con una premessa: «Confermo quello che ho detto dal 29 gennaio del 2020 ad oggi - dice la Cetrone che poi inizia - buon pomeriggio Agostino Riccardo, preferisco darle del lei ed è stato abbastanza contraddittorio. L'unica cosa vera è che ci ha presentato il sindaco Giovanni Di Giorgi ed era presente anche il parlamentare Pasquale Maietta, eravamo in Comune a Latina». Mentre Riccardo sostiene che si fossero incontrati con l'ex sindaco a Fossanova.