Sono stati condannati ieri pomeriggio a cinque anni di reclusione Dorin Cosmin Tebuie, 24 anni di origine romena e Daniele Imperi, 27enne nato a Latina, arrestati un anno fa dai Carabinieri, ritenuti i presunti responsabili di una rapina ai danni di un uomo e di avergli incendiato l'auto. La vittima aveva riportato una prognosi di 30 giorni e i fatti erano avvenuti a Borgo Grappa.
In aula davanti al Collegio penale presieduto dal giudice Gian Luca Soana e al pubblico ministero Simona Gentile, prima della sentenza ha deposto la parte offesa che ha voluto evitare qualsiasi contatto visivo con gli imputati. L'uomo ha chiesto espressamente un paravento per sentirsi protetto per la paura e il timore anche di incrociare gli occhi con i due presunti responsabili che erano in aula. La vittima ha risposto alle domande dell'accusa, della difesa e del Collegio e ha ricostruito i fatti, raccontando che i due imputati li conosceva bene e con loro era stato a cena poco prima proprio a Borgo Grappa. «A un certo punto ho sentito qualcuno che mi stava sfondando le persiane di casa e mi stava entrando», e poi ha aggiunto che ha visto gli imputati mentre incendiavano l'auto: una Ford Fiesta e volevano ad ogni costo le chiavi dell'utilitaria. «Sono stato aggredito con calci e pugni, mi hanno colpito anche alla testa», ha raccontato. Dopo la deposizione dell'uomo, molto provato per quello che era accaduto, la parola è passata alla pubblica accusa che ha ricostruito le fasi salienti dell'inchiesta e al termine del suo intervento ha chiesto la condanna a 4 anni e sei mesi di reclusione; a seguire la parola è passata alla difesa, rappresentata dagli avvocati Adriana Anzeloni e Giovanni Codastefano che hanno cercato di scardinare le accuse sostenendo che la parte offesa era sotto l'effetto dell'alcol quella sera, come dimostrato anche da un certificato. Dopo la discussione e al termine della camera di consiglio, il Tribunale ha emesso la sentenza di condanna.
Tra trenta giorni si conosceranno le motivazioni ed è scontato che la difesa impugnerà la condanna davanti ai giudici della Corte d'Appello. Erano stati i Carabinieri del Comando Provinciale di Latina a fare piena luce su quello che era accaduto alla fine di luglio del 2021. Il giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Bortone aveva accolto la prospettazione del pubblico ministero Daria Monsurrò e aveva emesso una misura restrittiva.