Condannato a 4 anni di reclusione (con il rito abbreviato) che sconterà, molto probabilmente, agli arresti domiciliari, misura a cui è tutt'oggi sottoposto dopo la denuncia di una donna che lo aveva accusato di aver molestato, palpeggiato e costretta a subire atti sessuali, la figlia che non aveva ancora compiuto 12 anni.

Non solo, la donna aveva accusato l'uomo, all'epoca dei fatti, suo compagno, anche di violenza nei propri confronti.

Una relazione che andava avanti da diversi anni quella tra la donna, una 56enne madre di una bambina avuta da un'altro uomo, e l'imputato un 52enne originario di Cori.

Secondo la denuncia sporta dalla donna, dal 2015 in poi, il compagno l'avrebbe costretta a vivere in uno stato di profondo turbamento, di paura.

Spesso abusava di alcol e sfogava su di lei la propria frustrazione. Non bastavano le offese e le umiliazioni verbali, le accuse di essere una donna infedele e altro, l'aveva costretta anche a modificare la propria vita sociale. Basta uscite con le amiche, basta contatti telefonici con quasi chiunque. E poi le violenze.

Quando la rabbia dell'uomo non si esauriva nel distruggere ciò che c'era in casa, quando non gli bastava tirare suppellettili di ogni tipo contro la compagna, scattavano calci e pugni. La trattava come una proprietà, come una cosa di cui poter disporre in modo esclusivo. Purtroppo non c'è voluto molto perché nella mente dell'uomo, si formasse lo stesso pensiero di proprietà nei confronti della bambina.

L'incubo della donna infatti, avrebbe raggiunto il culmine nel luglio scorso. Madre e figlia che avrebbe compiuto 12 anni poco dopo, stavano riposando. La donna dormiva profondamente con la piccola accanto quando l'uomo è entrato in camera e si è seduto sul lettone. A quel punto ha iniziato ad accarezzare la bambina, a infilarle le mani sotto ai vestiti e l'ha costretta a subire atti sessuali. Con la madre che dormiva accanto. Probabilmente la piccola che inizlamente dormiva, non ha trovato la forza di reagire, di emettere grida o altro visto lo shock. Avrebbe poi raccontato in un secondo momento quanto accaduto.

Le accuse che hanno portato l'uomo, subito dopo la denuncia, agli arresti domiciliari, proprio per impedirgli di reiterare il reato e per tutelare le due parti offese, sono di maltrattamenti in famiglia e di violenza sessuale aggravata sia dall'età della vittima, che non ha ancora 14 anni, sia dal fatto che l'imputato era il compagno della madre della vittima.

L'imputato, ieri mattina, difeso dall'avvocato Amleto Coronella, si è presentato in aula, nel Tribunale di Latina, per ascoltare la sentenza emessa dal giudice Giuseppe Cario a cui il pubblico ministero De Luca aveva chiesto proprio la pena comminata che tiene conto dello "sconto" garantito dal rito abbreviato chiesto e ottenuto dalla difesa.