È nata a carico di ignoti l'indagine avviata dagli inquirenti per chiarire la provenienza del compost maleodorante analizzato dai Carabinieri Forestali a fine luglio in un campo di via Piscina Scura alle porte di Latina, ma è ormai indirizzata verso una direzione ben precisa l'attività investigativa che ha documentato la provenienza dell'ammendante, prima di ottenere la conferma, all'esito delle analisi effettuate dall'Arpa Lazio, sulle anomalie nel processo di trasformazione dei rifiuti organici in materia prima utilizzabile come fertilizzante in agricoltura. Insomma, gli indizi finora raccolti dal Nipaaf sembrano convergere sui responsabili della gestione dell'impianto di compostaggio Sep di Pontinia e in particolare su almeno uno dei collaboratori di cui si sta avvalendo l'amministratore giudiziario nominato nell'ambito del procedimento penale che aveva portato al sequestro della struttura, l'inchiesta "Smonkin'Fields" nata in circostanze analoghe all'ultima inchiesta.
Gli accertamenti svolti dai Carabinieri del Gruppo Forestale, con il coordinamento della Dda di Roma, ipotizzano ancora una volta il traffico illecito dei rifiuti, alla luce di condotte del tutto sovrapponibili a quelle che avevano provocato i miasmi e le altre anomalie da cui era scaturita la prima inchiesta. Congruenze piuttosto allarmanti, sulle quali si stanno soffermando gli investigatori proprio per capire come sia possibile che l'attuale gestione, nonostante la natura giudiziaria dell'amministrazione, abbia seguito la stessa deriva che aveva caratterizzato la conduzione privata, evidentemente improntata all'accrescimento dei profitti, a discapito delle ricadute sulla collettività.