Svolta nell'inchiesta per fare piena luce sulle cause della morte di Paola Zecchin, la donna di 82 anni di Latina deceduta nel gennaio del 2021 nella Clinica Città di Aprilia in circostanze tutte da chiarire secondo la denuncia dei familiari.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale Giuseppe Cario ha accolto la prospettazione dei parenti della donna che si erano opposti alla richiesta di archiviazione della Procura e ha disposto nuovi accertamenti per tre medici della Clinica Città di Aprilia che si sono occupati della donna, nei cui confronti il reato ipotizzato è omicidio colposo. Il magistrato ha emesso una ordinanza che dispone un supplemento investigativo. E' stata pienamente accolta la tesi offerta in aula nel corso dell'udienza che si è svolta nei giorni scorsi dall'avvocato Giulio Cesare Villoni che assiste i familiari di Paola Zecchin.

Erano diverse le zone d'ombra della vicenda su cui la Procura aveva indagato. Nell'ordinanza il magistrato sottolinea una serie di aspetti che vanno approfonditi, accogliendo quanto richiesto dai parenti della donna, che avevano intrapreso una nuova azione giudiziaria a seguito della richiesta del pm. La richiesta di archiviazione è stata respinta, il gip nell'ordinanza ha ricostruito i fatti e infine ha disposto un approfondimento investigativo di tipo tecnico, in ordine alla possibilità che una Tac possa aver rilevato l'embolia polmonare evitando quindi il decesso dell'anziana. La Tac alla donna, che aveva ricevuto il foglio di dimissioni alle 13,41 e morta quasi un'ora e mezzo dopo, non era stata infatti eseguita. Se in un primo momento il reato ipotizzato di omicidio colposo era contro ignoti, adesso il magistrato ha disposto l'iscrizione sul registro degli indagati dei camici bianchi che hanno avuto in cura la paziente quando sono avvenuti i fatti, tra il 6 e il 7 gennaio del 2021.