Una motocicletta attinta da tre colpi di arma da fuoco, i cui bossoli erano ancora a terra. Questo è quanto stato rinvenuto sabato notte dagli agenti del Commissariato di Polizia di Anzio, durante un sopralluogo in via Livatino, dove alcuni giorni fa si è verificato un inseguimento ai danni di due giovani, i quali sono stati anche bersaglio di una sventagliata di mitragliatore, da cui sono fortunatamente usciti illesi.
I poliziotti erano tornati sulla scena del crimine proprio per cercare nuovi elementi utili a ricostruire l'esatta dinamica dei fatti, quando si sono ritrovati di fronte il mezzo, parcheggiato nella zona di sosta delle case popolari di via Livatino, attinto da alcuni colpi di arma da fuoco (tre circa) e dei bossoli a terra.
La motocicletta appartiene ad un pregiudicato, attualmente detenuto in carcere.
Immediato l'avvio delle indagini sugli spari, che non sono avvenuti la scorsa notte, e probabilmente neanche quella precedente, ma la pista seguita dagli agenti è quella relativa ad un collegamento tra i due episodi, ossia gli spari sul mezzo e l'inseguimento di qualche giorno prima.
In questo ultimo caso, le vittime dell'agguato, fortunatamente non riuscito, sono i figli di un ex collaboratore di giustizia dell'inchiesta Sfinge: due fratelli incensurati, di 19 e 21 anni, che dichiarano di essere stati bersaglio di alcuni proiettili, i cui bossoli non sono ancora stati trovati dai poliziotti, nonostante tutti nella zona avessero sentito gli spari.