Adesso è caccia al quinto uomo. I carabinieri della Compagnia di Terracina, coadiuvati dai colleghi della Tenenza di Fondi, stanno infatti cercando di risalire all'identità dell'unico cittadino fondano non ancora arrestato tra quelli che il 31 agosto scorso picchiarono e offesero un 30enne di Terracina che stava prendendo il caffè in un bar della Pontina, alle porte della città.
La sua colpa agli occhi degli aggressori? Essere omosessuale. «Brutta femminella, frocio. Ti ammazzo, ti uccido. Non hai capito chi siamo noi, noi siamo gente pericolosa di Fondi e qui siamo i capi», queste le frasi riportate sull'ordinanza del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Latina Giuseppe Molfese come riferite in sede di denuncia ai carabinieri dalla vittima della violenta aggressione omofoba del "branco" che ha portato a quattro arresti - su richiesta del pubblico ministero Andrea D'Angelico - con l'accusa di lesioni con l'aggravante della discriminazione. Sono finiti ai domiciliari, come noto, il 37enne Michele Ciaccia, il 46enne Massimiliano Di Crocco e il 31enne Salvatore Di Manno, mentre al 25enne Francesco De Filippis è stato imposto l'obbligo di firma quattro volte a settimana presso la caserma dei carabinieri di Terracina. Tutti già noti alle forze dell'ordine e difesi dagli avvocati Maurizio Forte e Giulio Mastrobattista.


Alla loro identità i carabinieri sono arrivati grazie ai filmati della telecamera di videosorveglianza dell'attività commerciale mentre i particolari del pestaggio - durante il quale è stato utilizzato anche un posacenere - sono stati chiariti, oltre che dalla vittima, anche dal testimone che prima aveva tentato invano di fermare la furia degli aggressori e che in seguito si era premurato di trasportare con la propria macchina il 30enne al Pronto soccorso dell'ospedale Fiorini di Terracina. Qui, quell'ultimo giorno di agosto, gli venne accertato un trauma cranico con ferite al cuoio capelluto e contusioni multiple, comprese quelle ai testicoli. La vicenda, oltre a scatenare l'indignazione a livello politico e istituzionale (unanime il plauso all'Arma dei carabinieri) e a colpire l'opinione pubblica (numerosi i messaggi di condanna che si sono succeduti sui social network), ha avuto una grande risonanza a livello mediatico: tutte le testate nazionali hanno infatti riportato la notizia che, come è facile prevedere, verrà ulteriormente approfondita anche nelle prossime ore.