Il giorno dopo che il campione Francesco Pecco Bagnaia sale sul tetto del mondo vincendo il Mondiale del Moto Gp, in Tribunale a Latina finisce con un non doversi procedere per intervenuta prescrizione l'udienza preliminare nei confronti di un ingegnere originario della provincia di Caserta, che si era occupato del collaudo del circuito, dove poi era rimasto ferito e morto alcune ore dopo l'incidente il campione di motociclismo Doriano Romboni. Il dramma si era verificato sul circuito il Sagittario. «Rombo» era a Latina per il «Sic Day», la manifestazione per ricordare Marco Simoncelli, un altro grande del motociclismo italiano, morto due anni prima a Sepang nel Gran Premio della Malesia. Se per la maggior parte degli imputati il processo si era prescritto, era rimasta una posizione processuale in sospeso, quella del professionista campano, e ieri è stata messa la parola fine. Era il 30 novembre del 2013 quando morì Doriano Romboni, uno dei piloti italiani più veloci negli anni Novanta. A distanza di nove anni dai fatti contestati è calato il sipario su una tragedia che aveva scosso il mondo dello sport. Sul banco degli imputati erano finiti il coordinatore del Comitato impianti della Federazione Moto, l'amministratore della società del circuito motociclistico, un ispettore coordinatore del Comitato impianti della Federazione Moto. Erano accusati di aver omesso di prendere le misure necessarie alla gestione dell'impianto per impedire il superamento dei limiti di rischio.