Ammonta a quasi mezzo milione il costo delle azioni messe in campo per sopperire ai danni che l'ondata di maltempo del 29 settembre scorso, ha provocato alla città di Formia. A comunicarlo in occasione dell'approvazione della variazione di bilancio nell'ultimo consiglio comunale, lo stesso dirigente Giuseppe Caramanica. Il costo più elevato è stato rappresentato dagli interventi presso il torrente Santa Maria La Noce, tra cui la viabilità a monte e la foce. Nei 485.513,41 sono stati rendicontati anche gli interventi dei dissesti subiti dal monte Redentore, oltre che opere complementari di assistenza impiantistica, edilizia scolastica e l'assistenza alle famiglie sfollate.
L'amministrazione inoltre, ha fatto sapere di aver avviato un primo censimento per fotografare la situazione con riferimento al 29 settembre e raccolto le richieste avanzate dai privati che hanno segnalato danni subiti a causa dell'alluvione. L'opposizione ha, a questo punto, evidenziato come sia opportuno effettuare le dovute verifiche prima di rispondere alle esigenze delle abitazioni colpite, chiarendo che non ci siano danni causati proprio dalle irregolarità non registrate dei residenti di quella zona. Un'obiezione a cui il sindaco Gianluca Taddeo ha risposto spiegando come, al momento, si stiano andando a verificare le posizioni di ogni particella per vedere in che condizioni versano tutte le autorizzazioni dei residenti.
Probabilmente è questo uno dei motivi, per cui le famiglie sfollate durante il pomeriggio del 29 settembre, non abbiano ancora potuto intraprendere la strada di casa.
Le 30 persone evacuate, molte dei quali sono anziani soli, attendono ancora, dopo oltre un mese da quel maledetto pomeriggio che ha stravolto le loro vite, la revoca dell'ordinanza comunale che li obbligava a lasciare le proprie case e rifugiarsi presso una delle strutture alberghiere convenzionate del Comune di Formia.
Secondo quanto disposto dal sindaco di Formia, Gianluca Taddeo, con le ordinanze 38 e 39, i residenti delle zone in particolare in via Pietracomposta, a Castellone, e presso Santa Maria La Noce, la parte di Formia che ha pagato il prezzo più alto.
"A tutti i proprietari e/o occupanti a qualsiasi titolo di abitazioni interessate dall'evento – si legge nelle ordinanze – si ordina lo sgombero immediato delle stesse, fino a cessata emergenza al fine di salvaguardare la pubblica e privata incolumità". In via del tutto precauzionale, il Comune aveva infatti invitato chiunque avesse la disponibilità di seconde case o la possibilità di accoglienza presso parenti e amici, di trascorrere la serata di giovedì 29 settembre 2022 e di venerdì 30 al di fuori delle aree circostanti le zone ritenute più a rischio. In alternativa l'ente comunale aveva previsto la possibilità per le famiglie "impossibilitate ad essere accolte da parenti o amici, di recarsi al Comune di Formia per successivo trasferimento a mezzo Croce Rossa presso strutture convenzionate". Né il sindaco Taddeo, né i tecnici interpellati hanno potuto dare una scadenza effettiva.