Migranti che lasciano i centri di accoglienza ma vengono comunque conteggiati per ottenere i rimborsi dallo Stato oppure società definite satelliti sulle quali già si addensavano sospetti. C'è anche questo nelle carte delle indagini della procura di Latina sulle cooperative Karibu e consorzio Aid. A svelare dettagli agli inquirenti sono alcuni ex dipendenti ascoltati come testimoni durante le indagini. Intanto lunedì mattina gli indagati e in particolare i familiari dell'onorevole Soumahoro, Marie Terese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo, saranno interrogati in tribunale a Latina dal gip Giuseppe Molfese.

Il ruolo delle società "satelliti"
E' uno degli aspetti chiave dell'indagine della procura quello sulle società che ruotavano attorno alla Karibu. Infatti, secondo il sostituto procuratore Andrea D'Angeli, gli indagati avrebbero evaso per anni le imposte sui redditi e sul valore aggiunto, inserendo nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019 elementi passivi fittizi e costi inesistenti. Lo avrebbero fatto utilizzando fatture relative a operazioni inesistenti emesse da Aid e dall'associazione di promozione sociale Jambo Africa. E secondo quanto affermano i testimoni erano sempre riconducibili a Karibu. Oltre a Jambo Africa anche la Mukra, citata nelle carte ma non nell'ordinanza del gip. «Queste società svolgono attività tutte nello stesso ambito e comunque erano tutte cooperative satelliti di Karibu nel senso che i punti di riferimento erano sempre i responsabili di Karibu» affermano due testimoni. Tanto che nelle carte si legge che «entrambe le testimoni precisano che la Mukra come la Jambo sono cooperative satelliti della Karibu e che i punti di riferimento erano sempre i responsabili della Karibu e in particolare la signora Maria Terese Mukamitsindo». Tutti elementi che poi portano il giudice per le indagini preliminari a dire: «Emergono indici univoci per ritenere la Jambo e il Consorzio Aid strutture satelliti riconducibili alla sola Karibu risultando essere schermi fittizi per l'esecuzione di un illecito meccanismo fraudolento a gestione familiare».

I migranti che lasciavano la coop venivano comunque conteggiati per i rimborsi
Altro aspetto che emerge dalle testimonianze degli ex dipendenti è quello sugli introiti e su come avvenivano rendicontazioni e conteggi. «Succedeva che molti ospiti delle strutture Sprar si allontanavano dalle strutture per ricongiungersi a familiari o altro. Di questo i responsabili della coop Karibu venivano informati immediatamente ma non provvedevano a toglierli dalla lista tenendoli appesi per tre o quattro mesi continuando così a percepire il contributo previsto dal governo per l'ospite che si era allontanato e non aveva più diritto allo stesso».

Gli indagati lunedì dal giudice
Lunedì mattina appuntamento chiave per l'indagine con gli interrogatori dei tre indagati principali dell'inchiesta. Davanti al giudice Giuseppe Molfese, infatti, sfileranno Marie Terese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo. Nelle scorse ore Liliane Murekatete aveva affidato al suo avvocato, Lorenzo Borrè, una dichiarazione: «La signora Murekatete si dichiara assolutamente estranea rispetto ai fatti contestatile, che peraltro riguardano un presunto danno erariale di 13mila euro, e siamo certi che a breve, anzi a brevissimo, verrà fatta chiarezza e dimostrata la totale innocenza della mia assistita».