Il braccio di ferro tra la proprietà e la curatela ha portato a una nuova sospensione per l'esecuzione immobiliare del complesso Pennacchi, un provvedimento che questa volta sembra porre la parola fine alle aste di appartamenti e negozi che compongono il mega condominio situato tra corso Matteotti e via Don Morosini. Dopo avere negato uno stop sulla base di una nuova stima di debiti e crediti, il giudice ha deciso per la sospensione della procedura alla vigilia del nuovo tentativo di vendita previsto due giorni fa, dopo che il Tribunale di Roma ha concesso il concordato preventivo in continuità alla società esecutata, assistita dall'avvocato Maria Antonietta Cestra.
Il complesso immobiliare composto dal "grattacielo" di ventidue più altri due palazzi residenziali, la galleria commerciale al piano terra e l'autorimessa dell'interrato, era finito all'asta in seguito al pignoramento esercitato da una banca per un mutuo onorato solo in parte. La battaglia legale della società Pennacchi, che aveva sempre gestito l'intero maxi condominio attraverso contratti di locazione, senza mai scorporare il complesso, si era incentrata sin da subito sulla stima degli immobili e la quantificazione del debito, tant'è vero che la proprietà si era vista restituire una parte dei beni, una novantina delle trecento circa unità immobiliari complessive, prima che iniziassero i tentativi di vendita. Nel frattempo aveva anche ottenuto una sentenza parzialmente favorevole della Corte d'Appello.
Fatto sta che all'esito delle prime vendite, una novantina tra alloggi residenziali, uffici, attività commerciali e volumi tecnici che ospitano i ripetitori telefonici, la società Pennacchi attraverso l'avvocato Maria Antonietta Cestra ha compiuto una nuova stima della situazione economica, dimostrando che il credito vantato dall'istituto di credito è stato soddisfatto, tenendo conto di quanto aveva versato la proprietà, sommato ai ricavi delle prime vendite immobiliari.
In ogni caso alla luce della nuova stima il Tribunale di Latina aveva negato la sospensione delle aste, ma la società Pennacchi, forte dell'evoluzione della situazione economica positiva, ha chiesto e ottenuto il concordato preventivo in continuità dal Tribunale di Roma, dove ha sede l'azienda, che consente di continuare a operare in autonomia. Una mossa, quella studiata dall'avvocato Maria Antonietta Cestra, pensata innanzitutto per preservare il patrimonio rimanente della società, ma anche tutelare quei soggetti potenzialmente interessati alle vendite giudiziarie rimaste inevase che rischiavano di vedersi congelare le proposte di acquisto o peggio le somme di denaro sborsate.
Un altro nodo ancora da risolvere resta quello della gestione delle utenze per i servizi energetici, tutte centralizzate in virtù della decisione della proprietà, sin dalla fase progettuale negli anni Sessanta, di gestire l'intero compendio immobiliare attraverso contratti di locazione, quindi senza la suddivisione operata ora con l'esecuzione giudiziaria.