La grande incompiuta confida nell'ultimo rilancio che arriva direttamente dal Ministero della Giustizia. La cittadella giudiziaria che un tempo doveva ospitare gli uffici della Procura e del Tribunale di Latina è sempre lì, ad allungare la lista dei rimpianti e degli scheletri che ingrigiscono la città. Leggendo la relazione del Ministro in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nel Piano Nazionale di Resilenza e Ripresa, nella categoria edilizia tra i 48 interventi ammessi c'è anche il complesso che si affaccia alle spalle del Colosseo. La dicitura è questa: «Nuovo Polo Giudiziario». Chissà che non sia la volta buona. La superfice interessata è di 6900 metri quadrati e la spesa prevista - come è riportato nella tabella - è pari a 5 milioni e 800milla euro.
Il cantiere è su un'area che doveva ospitare una struttura di 22mila metri quadrati e fare posto alla Procura, al Tribunale, agli uffici del Tar e del Giudice di Pace. Insomma tutto. E pensare che l'apertura del cantiere risale al 2003, a seguire la paralisi dei lavori ha inserito la cittadella nella top five delle incompiute a Latina. Iter lungo e tortuoso. Quasi 23 anni fa il Comune di Latina aveva ricevuto un cospicuo finanziamento pari a oltre 8 milioni di euro dal Ministero della Giustizia per l'acquisto di edifici da destinare a uffici giudiziari per ridurre i costi degli affitti. Sono iniziati i lavori con il primo lotto poi stop. E' rimasto tutto come prima.
L' investimento - come riportato nella relazione del Ministro della Giustizia - interessa in tutto 48 opere in Italia, punta a riqualificare e valorizzare il patrimonio immobiliare dell'amministrazione della giustizia. «Intervenendo tempestivamente anche in tutte quelle situazioni in cui la presenza di strutture inadeguate incide, o rischia di inficiare, l'erogazione del servizio giustizia. Tra gli obiettivi - sottolineano dal Ministero - vi è la riduzione del consumo di suolo urbano, coniugando in edifici unitari sia le principali funzioni che i servizi annessi a ciascun ufficio giudiziario». Le ricadute saranno diverse. «Quasi tutti i progetti insisteranno sui beni esistenti e sulla manutenzione, consentendo la tutela, valorizzazione e recupero del patrimonio storico che spesso ospita gli uffici dell'Amministrazione, riqualificando quelli esistenti, evitando così la costruzione di nuovi impianti». La speranza si riaccende.