Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere ma hanno comunque rilasciato spontanee dichiarazioni. Ieri mattina si è svolto l'interrogatorio di garanzia per i due indagati ritenuti i presunti responsabili di spaccio di stupefacenti. Un 37enne e un medico di 46 anni entrambi di Latina, erano stati sottoposti ad una misura restrittiva nell'ambito dell'inchiesta della Guardia di Finanza che aveva portato anche all'Icot. Dalle indagini è emerso un giro di sostanze stupefacenti, hascisc e marijuana che aveva coinvolto insospettabili camici bianchi.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale Giorgia Castriota che ha emesso il provvedimento cautelare richiesto dal pubblico ministero Giuseppe Miliano, ha ascoltato Angelo Rigliaco, 37 anni, difeso dagli avvocati Angelo Farau e Daniele Santamaria. Secondo il giudice che ha firmato la misura, il ruolo dell'uomo era centrale nell'inchiesta. Il 37enne era stato destinatario di una perquisizione domiciliare scattata nel marzo del 2021 e in quella circostanza gli investigatori avevano sequestrato il telefono cellulare dove vi erano alcune chat. Rigliaco ha detto di non aver venduto la droga sia ai medici che ad altro personale dell'Icot e di essersi tirato fuori da diverso tempo dall'attività di spaccio e di aver messo la testa a posto rispetto al periodo in cui era scattata l'indagine.
Oltre a Rigliaco, ieri mattina è stato ascoltato anche il medico Luigi Emanuele, 46 anni, destinatario del provvedimento relativo all' interdizione per un anno dell'esercizio della professione. Anche il camice bianco, difeso dall'avvocato Moreno Gullì, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato spontanee dichiarazioni respingendo le accuse e chiarendo la sua posizione. Ha spiegato di non aver mai ceduto droga escludendo il ruolo di intermediario contestato invece dal giudice nel provvedimento cautelare eseguito nei giorni scorsi.