La Corte dei Conti tira le somme e chiede il danno erariale nei confronti dell'ex magistrato della sezione fallimentare Antonio Lollo e per gli altri professionisti coinvolti nell'inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Latina e dal pubblico ministero Luigia Spinelli che nel marzo del 2015 aveva portato in Tribunale.
Il danno provocato - secondo la magistratura contabile - ha leso l'amministrazione della giustizia. Un milione di euro è la richiesta più alta indirizzata all'ex magistrato che in sede penale ha patteggiato la pena a tre anni e sei mesi diventata definitiva, ammettendo gli addebiti. Per gli altri le somme richieste sono proporzionate alle condotte e al ruolo che ricoprivano e si arriva ad un totale di 660mila euro. Il conto finale per il danno di immagine subito dallo Stato per la bufera giudiziaria che si era abbattuta in piazza Buozzi - tra la richiesta per Lollo e quella per gli altri - sfiora il milione e 700mila euro. L'inchiesta aveva permesso di ricostruire il giro di incarichi ad una cerchia ristretta di professionisti. In un secondo momento lo stesso Lollo aveva ripercorso le modalità del patto corruttivo.
Episodi emersi dai riscontri della Polizia grazie sia a intercettazioni telefoniche che ambientali. Oltre a Lollo la citazione per il risarcimento ha riguardato l'architetto Fausto Filigenzi e poi altri professionisti colpiti all'epoca dalla misura restrittiva tra cui Vittorio Genco, Massimo Gatto e Marco Viola e il finanziere Roberto Menduti. In un secondo momento era stato coinvolto l'avvocato Luigi Fioretti, chiamato in causa da Lollo nel corso dell'incidente probatorio.
A seguito della sentenza definitiva che risale a un anno fa emessa dalla Cassazione con una riduzione rispetto a quanto deciso in Appello, la magistratura contabile adesso chiede il conto per il danno di immagine patito dallo Stato. In occasione dell'udienza che si svolgerà nei prossimi mesi, le persone chiamate in causa si difenderanno e cercheranno di far valere le loro ragioni. Nelle motivazioni della sentenza, la Corte di Cassazione aveva messo in luce le dichiarazioni di Lollo e le ha definite «confermative e idonee a chiarire i termini del patto corruttivo». Intanto l'ultima tranche del processo si sta celebrando a Latina e tra i testimoni dell'accusa oltre all'ex magistrato c'è anche Roberto Amatore, ex giudice della sezione fallimentare di Latina ora in Cassazione. Il dibattimento riprenderà in questo caso a giugno.